Francesco Canella è il “dottor Alì”. «I miei dipendenti come una famiglia»

PADOVA.
La parabola del Nordest che è stato e che potrebbe essere. Il coronamento di una vita di lavoro, dalle origini contadine alla creazione di un impero nella grande distribuzione. Da ieri Francesco Canella, mister Alì, è dottore in “Italian Food and Wine”.
La cerimonia
La laurea magistrale gli è stata conferita in un’affollatissima cerimonia nell’aula Magna del Bo, aperta dal rettore Rosario Rizzuto che ha sottolineato «i meriti economico-sociali, il sostegno ai prodotti locali, la costante ricerca dell’innovazione, l’impegno prolungato nel tempo di una figura unica per le cose che ha saputo realizzare e per le ricadute che in cinquant’anni hanno avuto sul territorio». Tanti aspetti collegati alle tematiche trattate dal corso di laurea.
La motivazione
Il direttore del Dipartimento di Agronomia animali alimenti risorse naturali e ambiente, Maurizio Borin, ha letto le motivazioni della laurea honoris causa a «un precursore nella valorizzazione dei prodotti alimentari e vinicoli tipici, anche di piccola scala e non sostenibili da iniziative di marketing autonomo, riuscendo a inserirli nella grande distribuzione moderna che domina il mercato».
Il protagonista
Nella sua lectio magistralis, Canella ha ripercorso la strada che lo ha portato dalla bottega dove ha cominciato a lavorare come garzone, a 15 anni, alla direzione di un gruppo che conta attualmente 113 punti vendita in Veneto e in Emilia Romagna, dà lavoro a oltre 3.800 persone e fattura più di un miliardo di euro. I primi gradini sono stati: garzone, commesso, pizzicagnolo e, a 27 anni, imprenditore, rilevando lo spaccio dove aveva cominciato e che stava per chiudere. «La più grande fortuna», ha detto, «è stata quella di godere di buona salute e di avere tanta voglia di fare». Nel ’65 un viaggio negli Stati Uniti gli apre un orizzonte sulla realtà economica del futuro. Tornato a Padova pieno di entusiasmo, cerca di coinvolgere i piccoli commercianti in un grande progetto, ma dopo primi i consensi iniziali si ritrova solo. E, solo, decide di proseguire. «Fino a quel momento», racconta, «nei supermercati italiani si vendevano solo prodotti confezionati. Il 20 ottobre 1971 inaugurai a Padova il mio primo supermercato con il banco di formaggi e salumi al taglio, e frutta e verdura sfuse. Lavoravano con me 30 collaboratori».
Da ieri a oggi
Così il dottor Canella chiama i suoi dipendenti. «Ho sempre definito collaboratori le persone assunte nella mia azienda e loro sono, per me, la risorsa più preziosa». Dopo la proclamazione della laurea da parte del rettore e il canto del Gaudeamus, i goliardi patavini (uno dei quali vestito da Alì Babà) hanno donato al neo-dottore la feluca verde scuro e una bottiglia di Morandini, il cocktail tipico del bar “da Mario”, per l’occasione targata Alì. E, alla fine, sommerso dagli abbracci e dalle congratulazioni, Francesco Canella ha ribadito le sue convinzioni. «Per prima cosa, ognuno nel proprio campo deve lavorare. E se non riesce, chiedersi perché. Perché c’è sempre una soluzione, in tutte le cose».
Sull’innovazione: «Ho cercato sempre di innovare. Non nascondo che ho copiato parecchio anche fuori dall’Italia, per capire dove andava il mercato». E il futuro della grande distribuzione? «In questo momento non lo so. Perché la spesa online, che si pensava si sarebbe fermata al 2 o 3%, sta crescendo di parecchio, soprattutto con le famiglie giovani. Io dico che il successo di un negozio sta soprattutto nel rapporto con i clienti. Ricordiamoci che i clienti devono essere serviti bene». Sui giovani: «Potranno fare anche di più, perché vivono in un mondo più progredito». —
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