Frode al fisco, nel mirino della Finanza quattro imprenditori del Cittadellese clienti di due commercialisti arrestati
CITTADELLA. Hanno provato a risparmiare sulle tasse rivolgendosi a due “maghi” dalle consulenze, ma dietro la magia ci sarebbe stato l’inganno e così quattro imprenditori padovani sono finiti nei guai.
L’inchiesta è partita da uno studio di Torino ma, seguendo carte, tracce e piste gli investigatori sono arrivati all’Alta Padovana e così potrebbero dover rispondere di evasione fiscale per decine di migliaia di euro quattro professionisti, residenti a Cittadella, San Giorgio in Bosco, San Pietro in Gu e Villa del Conte.
Ci sarebbero infatti anche i loro nomi in un lungo elenco di oltre cento persone, che le Fiamme Gialle piemontesi avrebbe stilato negli ultimi mesi.
Il caso attorno allo studio torinese era esploso a gennaio dello scorso anno, quando la Guardia di Finanza arrestò Vincenzo Greco, 68 anni, e il figlio Francesco, 30 anni. Qual era il loro modus operandi?
Pagavano un solo euro di compensazione per ogni pratica e si facevano lo sconto sulle tasse manipolando il sistema informatico per la dichiarazione dei redditi. Così sono riusciti ad evadere imposte per 25 milioni di euro e sono stati accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi fiscali e fatture false, truffa, esercizio abusivo della professione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Padre e figlio gestivano, secondo le indagini degli uomini della Finanza piemontese, uno studio contabile trasformato in un vero e proprio «centro di servizi illegali».
Gli accertamenti, condotti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino, erano stati avviati a seguito della denuncia di un cliente dello studio che aveva rilevato alcune anomalie su cartelle di pagamento ricevute per debiti erariali.
I finanzieri scoprirono che i due professionisti, oltre a garantire lo «sconto dei debiti tributari, si mettevano a disposizione dei loro clienti e conoscenti per una diversificata gamma di prestazioni illecite di servizi».
Tra queste la «emissione di fatture per operazioni inesistenti su richiesta, la produzione di false buste paga per agevolare l’accesso a prestiti di denaro ovvero la falsa attestazione di assunzione di cittadini extracomunitari».
Da quel che è emerso, i clienti dello studio di Vincenzo e Francesco Greco negli anni d'imposta 2016 e 2017 hanno utilizzato crediti inesistenti per non versare imposte, tasse e contributi e sono già stati sequestrati i beni per gli importi finiti sotto accusa.
Nelle ultime settimane il pubblico ministero torinese Francesca Traverso ha notificato l'avviso di conclusione indagini, nel mirino evasioni superiori ai 50 mila euro per ciascun anno d'imposta. —
Silvia Bergamin
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