Fs pronte a vendere aree per 170 mila metri quadri

Circa 50 mila metri quadri potenzialmente disponibili alla vendita e altri 120 mila su cui il Gruppo Ferrovie e la città dovranno ragionare nei prossimi 4 mesi. Tra le varie operazioni di riqualificazione del nodo ferroviario di Padova si nascondono anche alcune importanti opportunità immobiliari sia nell’area della stazione che in zona Palestro, dove insite il Campo di Marte. La nuova firma al protocollo d’intesa tra il Gruppo Fs e il Comune di Padova ha aperto scenari totalmente nuovi per lo sviluppo della città entro il 2030. E non si tratterà solo, si fa per dire, delle conseguenze dirette e indirette sul quadrante della stazione dell’arrivo entro una decina d’anni dell’Alta velocità ferroviaria sulla tratta Padova-Vicenza, del rifacimento del cavalcavia Borgomagno e dello sviluppo della nuova stazione, una piastra sopraelevata che punta a riconnettere l’Arcella al centro cittadino. In ballo ci sono anche 50 mila metri quadri di area ferroviaria (su cui insiste il deposito delle corriere di Busitalia) che potrebbero essere alienate al patrimonio del gruppo Fs e messe sul mercato. «Il nostro compito è quello di valorizzare al meglio il patrimonio del gruppo Ferrovie in sinergia con gli obiettivi di sviluppo della rete» spiega Umberto Lebruto, ad di Fs Sistemi Urbani. «Grazie a questo protocollo abbiamo l’opportunità di lavorare assieme alla città di Padova per individuare progetti e obiettivi condivisi che partano dalla creazione di un vero e proprio hub dei trasporti nella nuova stazione centrale. Un luogo dove il treno e il tram, il car sharing e i percorso ciclopedonali possano essere compresenti e creare in sinergie tali da garantire la massima efficienza e comodità per il passeggero. In un contesto di riorganizzazione degli spazi e dei servizi come quello su cui stiamo ragionando, crediamo si potranno liberare alcune opportunità importanti di sviluppo. Opportunità a cui Ferrovie può collaborare mettendo in campo circa 50 mila metri quadri di area ferroviaria dove insistono alcuni edifici non strategici. Assieme al Comune si ragionerà sulla destinazione d’uso di un area che vorremmo fosse uno strumento in più per offrire risposte alle esigenze del territorio, dei suoi cittadini e degli utenti dei suoi servizi. Si è parlato di ipotesi relative allo sviluppo di soluzioni tipo student housing o strutture per l’ospitalità e il turismo ma ancora è presto per individuare precise soluzioni. Abbiamo 120 giorni per poterci confrontare con le varie anime di questo territorio e individuare insieme quelli che possono essere i percorsi più utili e più vantaggiosi per accompagnare lo sviluppo infrastrutturale di Padova entro il 2030».
Ma se in stazione potrebbero liberarsi 50 mila metri quadri di potenziali residenze studentesche, alberghi e strutture direzionali, assieme ad aree verdi e a nuova viabilità, a sud ovest della città, tra il quartiere Palestro e corso Australia, il Campo di Marte (120 mila metri quadri di snodo ferroviario in disuso) sarà un altro punto della programmazione condivisa tra il Gruppo Fs e il Comune. «Per noi il Campo di Marte è da anni uno snodo inutilizzato» ha chiarito Lebruto «e siamo disponibili a cederlo alla città anche ad un valore non diverso da quello che gli è stato attribuito a patrimonio. Starà poi a chi se ne prenderà carico di scegliere cosa fare di un’area molto vasta alle porte del centro città e in una zona a forte urbanizzazione. Tutto è possibile anche la realizzazione di un eventuale parco urbano. Ma in questo caso, come per tutte le altre ipotesi, non si può dimenticare l’esigenza di sviluppare opere di urbanizzazione, eventuali bonifiche, viabilità e così. Opere costose per un’area vasta come quella di cui stiamo parlando». —
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