Furti nei garage a Ponte San Nicolò: arrestati due moldavi

I giovani, incastrati da un hard disk, sono accusati di 29 furti tra Ponte San Nicolò, Abano e Teolo
VOLPE - COFERENZA CARABINIERI. PUCEC STANISLAV
VOLPE - COFERENZA CARABINIERI. PUCEC STANISLAV

PONTE SAN NICOLO'. Un centinaio di garage scassinati, 29 saccheggiati e chissà se (e quanti) altri colpi ancora da accertare. È questo il bilancio delle indagini svolte dal Nucleo Operativo e Radiomobile dei carabinieri di Abano Terme e coordinate dal pm Benedetto Roberti, che hanno portato alla conferma delle misure cautelari per due giovani moldavi, catturati lo scorso 6 febbraio. Resta in carcere, quindi, Oleg Duldier, ventiduenne residente a Montegrotto, mentre è agli arresti domiciliari, Stanislav Pucec (20), residente in via Romana Aponense a Padova ai confini con il comune di Abano. Entrambi sono arrivati in Italia grazie al ricongiungimento familiare, che ha permesso loro di seguire le rispettive madri che lavorano qui come badanti. I due, già ribattezzati i predatori dei garage termali, sono accusati di furti aggravati in 29 garage. Cinque ad Abano nella notte del 23 novembre 2012, altrettanti a Treponti di Teolo il 28 gennaio scorso e 19 a Ponte San Nicolò nelle notti tra il 3 e il 4 febbraio.

La cattura. Tutto ha inizio la notte del 6 febbraio. Sono circa le 3 quando una pattuglia della Radiomobile scorge due ragazzi intenti a scavalcare la rete di recinzione di un condominio in via Cartigliana a Due Carrare. Ne nasce un inseguimento, con i ladri che scappano a bordo di uno scooter Piaggio 125. Dopo quattro chilometri i carabinieri riescono ad acchiapparli, chiudendoli tra l’auto e le mura di un palazzo. Dai primi controlli emerge che il motorino è stato rubato in una garage di via Faggin a Rio di Ponte San Nicolò e all’interno del telo parafreddo erano nascosti una grossa forbice e un filo di ferro con le estremità ricurve modellate a gancio, gli arnesi usati per scassinare i garage. Una tecnica semplice: con la forbice si apre un foro longitudinale nella serranda del box auto e grazie al gancio si riesce ad aprire la serratura.

Le indagini. Le perquisizioni in casa di Duldier e Pucec hanno permesso ai militari di ritrovare parte della refurtiva rubata. Si tratta per lo più di piccoli oggetti di elettronica, dai navigatori satellitari agli hard disk esterni per personal computer. Sono stati proprio gli hard disk il grimaldello decisivo per incastrare i ladri ai furti commessi negli ultimi mesi. Dai documenti ancora salvati all’interno della memoria, gli investigatori sono risalti ai proprietari dei dischetti e quindi a un riparatore informatico di Abano. Quest’ultimo non aveva nemmeno denunciato il furto, visto che gli hard disk erano destinati a essere smaltiti e i ladri, alla fin fine, gli avevano quasi fatto un favore.

L’appello. Le indagini proseguono, per un tema molo sentito dai cittadini di tutta la provincia padovana, al punto che, Alfredo Beveroni, il comandante della compagnia di Abano, lancia un appello: «È un fenomeno che stiamo arginando ma è difficile da estirpare, invitiamo quindi i cittadini a segnalarci qualsiasi individuo o macchina sospetta che si aggiri per le strade soprattutto di notte». Intanto c’è già chi corre ai ripari. Stanno andando a ruba, infatti, tra i fabbri delle Terme, speciali placche di acciaio che, se affisse attorno alle serrature dei garage, dovrebbero fungere da ostacolo insormontabile ai ladri che tentano di aprire la serranda con le forbici.

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