Rubata attrezzatura ai vigili del fuoco: «Un divaricatore costa fino a 5 mila euro»
Cna Padova e Rovigo: «I vigili del fuoco hanno problemi di orari e di organico per riuscire a coprite tutti i turni, ci mancava solo il furto di costose attrezzature»

Il direttore di Cna Padova e Rovigo, la categoria degli artigiani, Matteo Rettore, esprime piena solidarietà ai vigili del fuoco del distaccamento di Abano Terme di via Barovier che la notte scorsa hanno subito un furto: il colpo ha interessato un’autobotte attrezzata per il primo intervento, da cui sono sparite strumentazioni indispensabili per il lavoro delle squadre, come un divaricatore a batteria e una cesoia elettrica.
«I vigili del fuoco hanno problemi di orari e di organico per riuscire a coprite tutti i turni, ci mancava solo il furto di costose attrezzature», esordisce Rettore.
Il valore della refurtiva è in fase di quantificazione – la stima per ora è di 40 mila euro – tuttavia alcuni artigiani locali che operano nel settore delle carrozzerie e delle officine meccaniche affermano che un buon divaricatore professionale a batteria non costa meno di 5 mila euro, e il prezzo è più o meno lo stesso per una cesoia elettrica. Strumentazioni che i pompieri usano negli interventi di soccorso negli incidenti stradali, spesso per liberare gli occupanti dei mezzi che rimangono intrappolati tra le lamiere. Per salvare vite, tra le altre cose.
C’è chi ipotizza che l’attrezzatura rubata nelle caserme dei pompieri (quello di Abano Terme non è il primo caso) venga usata per furti e rapine o finisca all’estero, o peggio ancora venga venduta sul mercato online, anche da piattaforme conosciute, a prezzi stracciati. Insomma, vivrebbe un vivace mercato nero anche per questi prodotti. «I nostri imprenditori acquistano solo attrezzature certificate dalle case produttrici», evidenzia Rettore. «Spesso, però ci viene segnalato che nelle piattaforme online, anche le più note, si trovano strumentazioni a prezzi molto concorrenziali che si ipotizza siano di dubbia provenienza. Abbiamo constatato che il più delle volte ad acquistare su queste piattaforme sono degli artigiani che svolgono l’attività abusivamente. Come Cna Padova e Rovigo siamo molto attenti a questo fenomeno e abbiamo già segnalato un paio di casi alla Guardia di Finanza».
Secondo il direttore di Cna Padova e Rovigo questo mercato, appunto alimentato anche da reati, crea concorrenza sleale.
«I nostri affiliati si tengono lontani da queste vendite online i cui attrezzi, visti i prezzi, non possono che avere una dubbia provenienza», afferma. «È un problema che merita attenzione perché innesca una concorrenza sleale nei confronti di chi lavora tutti i giorni onestamente osservando tutte le norme di sicurezza che strumenti di incerta provenienza non possono garantire. Credo sia giunto il momento di far emergere queste problematiche che danneggiano il lavoro degli artigiani onesti». —
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