Fusione Annia-Veneziano Federveneta sposa il piano

Il presidente regionale delle Bcc Novella: «Auspicabile sotto molti punti di vista» La nuova realtà conterebbe 41 filiali in 114 comuni e 1,7 miliardi di raccolta

PADOVA. «Una fusione auspicabile sotto molti punti di vista». I toni ufficiali non sono certo perentori, ma il messaggio è chiaro: il sì definitivo alla fusione tra Annia e Banca del Veneziano spetta alla Banca d’Italia, ma la Federazione Veneta delle Bcc sposa in pieno il progetto e, per la prima volta, chiarisce che quella del matrimonio tra la banca con sede a Cartura, nel Padovano, e Mira è l’unica soluzione percorribile.

Come noto la fusione è stata approvata a maggioranza dal Cda di Banca del Veneziano, vista la contrarietà di un paio di consiglieri, e la decisione ha causato più di qualche mal di pancia tra i soci. Tutto questo è sfociato in movimenti carsici contrari all’operazione in vista dell’assemblea dei soci che, dopo il via libera di Bankitalia, avrà l’ultima parola sulla fusione. Il piano industriale è al vaglio dell’istituto centrale che, allo stesso tempo, sta conducendo un’ispezione sulla Bcc presieduta da Francesco Borga. «Differenziazione territoriale, possibilità di economie di scala, maggiore capacità distributiva e tenuta patrimoniale sono punti di forza di questo progetto – sottolinea il presidente della Federazione Veneta delle Bcc, Ilario Novella -. Non è tutto. La sostanziale assenza di sovrapposizioni di filiali, l’approccio pragmatico ma non traumatico in tema di risorse umane e la positiva esperienza in tema aggregazioni di Annia si configurano come elementi importanti per la buona riuscita dell’operazione. Le due banche, tra l’altro, hanno lo stesso sistema informativo».

Non esiste un’emergenza Banca del Veneziano che impone la fusione. Ma guardando avanti e considerate le attuali condizioni del mercato c’è l’esigenza di porre delle basi diverse. In gergo si parla di redditività prospettica e si riferisce alla previsione di un rapporto tra costi e ricavi che risulti sostenibile e senza esuberi occupazionali. «Banca del Veneziano» spiega il presidente Borga «deve ora procedere verso la fusione con Annia, consolidando in prospettiva i propri fondamentali e il buon abbrivio impostato dalla fine del commissariamento. In tal senso ha già provveduto a uno snellimento della propria struttura anche in ottica di miglioramento patrimoniale tramite la cessione di sei filiali alla Bcc del Pordenonese, in corso di perfezionamento».

Post fusione, la nuova Bcc opererà in 114 comuni con 41 filiali e 330 dipendenti. Gestirà oltre 1,7 miliardi di raccolta e poco meno di 1,1 miliardi di impieghi, generando un margine di intermediazione di quasi 53 milioni. La copertura dei crediti deteriorati risulterebbe al 45 per cento.

Matteo Marian

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