Gabber rapina il cellulare a un emo ma finisce in manette

GRUPPI GIOVANILI Sopra, due ragazzi emo A destra, l’arrestato Jakub Zawada
GRUPPI GIOVANILI Sopra, due ragazzi emo A destra, l’arrestato Jakub Zawada
 
CADONEGHE.
E' tutta all'interno del variegato universo delle mode giovanili la rapina messa a segno sabato da un diciannovenne nei confronti di un quindicenne.
 Il primo, un gabber, ha rubato il telefono cellulare al secondo, un emo. La sua «bravata», però, è durata poco: i carabinieri ieri l'hanno fermato ed arrestato e ora si trova al carcere Due Palazzi in attesa di essere giudicato per rapina.  Non è un soggetto molto facile, il rapinatore: Jakub Zawada, 19 anni, senza fissa dimora, polacco da alcuni anni in Italia, qualche precedente penale. E' un gabber, (semplificando, si può definire lo stile di chi ha testa rasata e piercing, ascolta musica hardcore e frequenta i rave party). Gabber è anche la ragazzina minorenne che frequenta da un po' di tempo e che abita a Cadoneghe, dove, manco a farlo apposta, abita anche il quindicenne che è stato derubato del suo telefono cellulare.  Ma la storia si svolge tutta a Padova, dove i due gruppi si ritrovano con i rispettivi amici. Sabato sera, zona stazione: un gruppo di ragazzini emo (jeans stretti ed aderenti, lunga frangia davanti alla faccia, occhi truccati di nero) è davanti al supermercato in piazzale della stazione. Ai ragazzi si avvicina il polacco, grande e grosso, che, adocchiato il cellulare del quindicenne di Cadoneghe (un modello nuovo e costoso) glielo chiede per una telefonata, ma poi non glielo restituisce più. Il ragazzo però denuncia tutto ai carabinieri di Cadoneghe, che non ci mettono molto a scovare il gabber polacco che è andato a trovare la fidanzatina. E così gli serrano le manette ai polsi.  

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