Gaia in un ciak del film Paola dietro le quinte

Interpreta il ruolo di una psicologa: «È stata una giornata divertentissima» La giovane assistente di produzione: «Visto? La città ne esce benissimo»
Di Stefano Volpe

Un'assistente alla produzione e una comparsa. Chi ha vissuto un mese frenetico dietro le quinte e chi è riuscito a catapultarsi davanti alle telecamere anche se per un solo, irresistibile, minuto di pellicola. Abbiamo assistito alla prima visione del film “Sole a catinelle” al cinema Porto Astra, al fianco di Gaia Padovan e Paola Bonsembiante. Due rappresentati della schiera padovana messa al servizio di Checco Zalone nei trenta giorni in cui il comico pugliese è rimasto in Veneto. Gaia, giornalista padovana (già volto noto di Sky, ora su La7), ha nel cassetto la più classica delle storie di una comparsa: «Sono andata ai provini a Monselice», racconta prima di entrare in sala, «per accompagnare mia sorella e alcuni amici. Ma alla fine hanno preso me, suscitando le ire di mia sorella che non è stata chiamata». La sua parte è in coda al film. Presa da mille impegni Gaia pensa di non riuscire a vederlo tutto, ma alla fine resta incollata alla poltrona anche se proprio mentre compare in scena le suona il cellulare ed è costretta a rispondere. «Ho interpretato la psicologa del figlio di Zalone, che deve spiegare al protagonista i problemi, che poi si riveleranno fasulli, del bambino». Piglio sicuro nella recitazione, Gaia confessa: «Abbiamo ripetuto il ciak sette o otto volte, per cambiare inquadrature, ma non mi sono mai inceppata. A Checco, invece, è successo un volta». Complimenti, visto che nel corso della scena, girata alla scuola Petrarca, Zalone le ride in faccia sguaiatamente prendendola in giro. «È incredibile come Checco cambi da un secondo all'altro. Nel corso delle pause ride, scherza e fa battute. Poi, pochi secondi prima di entrare in scena, si fa serio mostrando una concentrazione impeccabile». Gaia alla fine ha incassato anche i complimenti del regista: «Mi ha detto di fare altri provini. In un giorno passato con la troupe mi sono divertita, anche perché, da quello che ho capito, il copione è stato stravolto giorno per giorno e a volte quasi improvvisavano». A confermarlo è anche la giovane Paola Bonsembiante, figlia del produttore Francesco, alla terza esperienza nel cinema. «La scena dello Yacht a Portofino è stata girata effettivamente lì, ma quando eravamo a Padova il regista ha voluto cambiare qualcosa. Così siamo stati a Jesolo e sullo sfondo è stato poi inserito il lungomare ligure». Discorso analogo per la villa che ospita Checco a metà film. Una meravigliosa residenza con un giardino che si affaccia sul mare. Dove siamo? Ad Abano, lo sfondo è solo virtuale. «Ho lavorato un mese dieci ore al giorno come assistente di produzione", sorride Paola. «Stancante, ma bellissimo. L'impatto sullo schermo avuto da Padova è stato straordinario. Pochissime scene sono state tagliate e la città risalta benissimo, meglio di quanto pensassi. Gli unici problemi li abbiamo avuti con qualche residente della Stanga, per il resto tutto è filato liscio. Basta dire Checco Zalone e la gente si mette a disposizione con il sorriso».

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