Galan silura Paolo Baratta e impone Giulio Malgara presidente della Biennale

Dall’alto in basso: Paolo Baratta Giulio Malgara Giancarlo Galan e Massimo Cacciari
VENEZIA.
Blitz alla Biennale. Il ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan spodesta Paolo Baratta e avvia le procedure per nominare al suo posto Giulio Malgara, 73enne manager di origine milanese ma veneziano d'adozione, suo buon amico, ma soprattutto vicino al premier.
Galan in un breve comunicato ringrazia «sentitamente Paolo Baratta per la preziosa opera svolta nel corso degli otto anni trascorsi alla guida della più prestigiosa istituzione culturale italiana, ricordando i successi conseguiti nel recupero delle sedi storiche della Biennale, nel rilancio della Mostra del Cinema e dei settori dello spettacolo dal vivo oltre a quelli dell'architettura e delle arti visive e augura a Malgara «ogni successo nel delicato compito che gli è stato affidato, nel segno della continuità con l'opera del suo predecessore». «Adesso - dichiara Malgara a caldo - ci sarà molto da fare. Affronterò questa sfida con grande passione, perché da sempre sono molto legato a Venezia. Nella mia vita ho fatto e visto tante cose. Affronterò anche questa, con passione». E chiude elogiando Baratta: «E' un uomo per bene ed è stato bravissimo». Il nome di Malgara - a lungo presidente dell'Upa, l'associazione delle imprese che investono in pubblicità - circolava da mesi come papabile al posto di Baratta, ma le chanches di riconferma dell'attuale presidente della Biennale sembravano solide, per la stima dello stesso Galan, l'appoggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il sostegno delle istituzioni del territorio, con in testa il presidente della Regione Luca Zaia e il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni che avevano chiesto la sua riconferma. Giulio Malgara è stato, tra l'altro, l'inventore dell'Auditel, la società per la rilevazione dei dati di ascolto televisivi e dell'Audipress, per la carta stampata. E' stato amministratore delegato della Chiari & Frti, autore del lancio dell'integratore Gatorade e proprietario delle acque minerali Levissima e Recoaro e distributore della Fiuggi. Nel pedigree culturale il patrocinio a premi letterari come il Comisso e una laurea honoris causa in Economia Aziendale conferitagli nel 2002 da Ca' Foscari. Ciò che filtra dall'entourage galaniano è che, dopo l'appoggio a Baratta anche nell'ultimo mandato, pur nominato da una maggioranza politica diversa, ora il ministro ha scelto il cambiamento, nominando un manager di fiducia, oltre che un amico. Ma è inutile negare che Malgara è, dagli anni dei primi contratti pubblicitari della Fininvest, nel cuore di Berlusconi, che, oltre a portarlo con sé e i suoi fedelissimi a fare jogging alle Bermude, tentò invano di farlo nominare anche alla presidenza della Rai e che, come è avvenuto di recente per la nomina del nuovo presidente di Cinecittà Luce Rodrigo Cipriani, è il momento in cui si piazzano uomini «sicuri» del centrodestra al vertice delle istituzioni. Ma il cammino della nomina di Malgara non si annuncia agevole. Su di lui dovranno esprimersi le commissioni Cultura di Camera e Senato - pur con parere consultivo - che avevano chiesto da tempo a Galan di esporre i criteri di nomina del nuovo presidente della Biennale e ora si trovano di fronte al fatto compiuto. Ma, soprattutto, il neopresidente rischia di trovarsi in minoranza nel Consiglio della Biennale, se i membri nominati da Regione, Provincia e Comune (tutti per la riconferma di Baratta) non dovessero gradire la nuova linea di Malgara, come le prime dichiarazioni di Orsoni fanno intuire. E il rischio è quello di far precipitare un ente che funziona, la Biennale, nell'ingovernabilità.
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