Gas inodore, incolore e insapore che ammazza in quindici minuti

 
PADOVA.
Incolore, insapore, inodore, non irritante. Il monossido di carbonio è un assassino silenzioso che agisce senza che le vittime possano accorgersi di nulla. Uccide in breve tempo se si accumula in ambienti chiusi. Una volta respirato, il monossido di carbonio si lega all'emoglobina con una affinità 220 volte superiore a quella dell'ossigeno, formando un composto inattivo fisiologicamente che viene chiamato carbossiemoglobina. Questa sostanza, al contrario dell'emoglobina, non è in grado di garantire l'ossigenazione ai tessuti, in particolare al cervello ed al cuore. Una concentrazione di monossido nell'aria pari a 2000/4000 ppm (parti per milione), pari allo 0,2-0,4 per cento, porta a morte in circa 15 minuti, dopo aver provocato perdita di conoscenza. In presenza di 1000 ppm si può sopravvivere fino a 90 minuti. I sintomi dell'avvelenamento sono emicrania e senso di vertigine. Il gas provoca anche sonnolenza e questo spesso impedisce alle vittime di avvertire il pericolo e di porvi rimedio aerando il locale. Sono considerate fisiologiche concentrazioni di carbossiemoglobina minori dell'1 per cento rispetto all'emoglobina circolante nel sangue. Quando nell'aria la concentrazione di monossido raggiunge le 12-31 ppm e si arriva al 2-5 per cento di carbossiemoglobina, si manifestano i primi segni dell'avvelenamento: aumentano le pulsazioni cardiache, aumenta la frequenza respiratoria e si manifestano disturbi psicomotori. A 100 ppm di esposizione per diverse ore compaiono vertigini, cefalea e senso generale di spossatezza, che possono essere seguiti da collasso. L'esposizione a monossido comporta inoltre l'aggravamento delle malattie cardiovascolari e un peggioramento delle condizioni circolatorie. (fa.p.)

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