Gastaldo: «Pronto a farmi da parte»

«La fusione tra Bcc Atestina e Prealpi è stata pensata per offrire garanzie a dipendenti, soci e clienti». Fabrizio Gastaldo, presidente della banca di credito cooperativo con sede a Este, si dice...
cesaro - ag.zangirolami - 03/05/2015 - este - Cinema Farinelli - assemblea BCC ATESTINA.nella foto: Pres. Fabrizio Gastaldo.ph zangirolami
cesaro - ag.zangirolami - 03/05/2015 - este - Cinema Farinelli - assemblea BCC ATESTINA.nella foto: Pres. Fabrizio Gastaldo.ph zangirolami

«La fusione tra Bcc Atestina e Prealpi è stata pensata per offrire garanzie a dipendenti, soci e clienti». Fabrizio Gastaldo, presidente della banca di credito cooperativo con sede a Este, si dice sicuro. «Soci e clienti l’hanno capito, la sicurezza della banca è un valore imprescindibile. E per questo, vale per l’intero sistema del credito cooperativo, le banche deboli dovranno fondersi con altre realtà. In Trentino vogliono passare da 40 a 13 istituti. L’impostazione della fusione tra Atestina e Prealpi è innovativa, farà scuola. La mancanza di contiguità territoriale tra le due banche è un valore, perché le fusioni tra istituti che operano nelle stesse aree o su aree vicine finiscono per creare solo esuberi».

Nel corso dell’ultimo consiglio di amministrazione della Federazione Veneta delle Bcc, presieduto da Ilario Novella, Gastaldo è arrivato a parlare anche di dimissioni. «Perché sono stanco, credo di aver dato a questo mondo» spiega. «Io faccio l’imprenditore, il mio lavoro è un altro. Sono tre anni che dico che sono stanco, spazio ai giovani. Il mio ruolo nella banca che nascerà dalla fusione Atestina-Prealpi? Io non sono uno che scappa e abbandona la nave, ma è certo che non sarò io a chiedere un posto nel futuro consiglio di amministrazione. Se poi qualcuno me lo chiederà... ».

Sulla fusione “pende”, ovviamente, il giudizio di Bankitalia che oltre a valutare il progetto di aggregazione, bisogna ricordare, si è recentemente espressa per un robusto ricambio degli organi di governo della Atestina.

La fusione, come noto, non è gradita ai dipendenti. «Il mondo è cambiato» taglia corto Gastaldo. «Per un lungo periodo le banche di credito cooperativo hanno tentato di non fare i conti con questo, ma adesso è una strada obbligata. Lavorare per una banca di credito cooperativo ti permetteva di restare a tre chilometri da casa. Non sarà più così, conviene rendersene conto».

(m.mar.)

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