L’appello di una madre:«Mio figlio segregato al buio, aiutatemi a farlo visitare»
“Dillo al Mattino": la nuova rubrica del Mattino di Padova dedicata a segnalazioni e storie dei lettori. Ogni lunedì spazio a disservizi, anomalie e problemi del territorio con risposte dalle istituzioni

Ecco la prima puntata di “Dillo al mattino”, la nuova rubrica dedicata alle vostre storie e segnalazioni.
Il Mattino vuole essere vicino al territorio, dare voce alla comunità e schierarsi con i lettori. Ogni lunedì, tramite lettere@mattinopadova.it, potrete segnalarci disservizi, anomalie e problemi in città o provincia.
Abbiamo già ricevuto tante segnalazioni e da oggi le pubblicheremo, cercando risposte dalle istituzioni. Vogliamo anche valorizzare il lavoro silenzioso delle associazioni di volontariato, dando loro spazio in questa rubrica.
Se avete qualcosa da dire, “Dite al mattino” e aiutateci a rafforzare il legame con voi lettori.
La lettera
Buongiorno, con questa lettera ci rivolgiamo a voi con la speranza che venga pubblicata, perché qualcuno possa comprendere la nostra sofferenza.
Dopo quasi cinque anni trascorsi a combattere chiedendo aiuto ovunque e a chiunque senza esito, ci sembrava opportuno e doveroso segnalare ciò che, proprio a causa di questo, è diventato invalidante per noi come genitori e in primis per nostro figlio appena maggiorenne. Da tempo manifesta una grave patologia psichiatrica che non gli permette di condurre la vita che normalmente dovrebbe avere un ragazzo della sua età, prigioniero delle sue ossessioni che lo trattengono in una realtà distorta che lui stesso si è creato per isolarsi dal resto del mondo. È da mesi che non ci parla e che ha lasciato l'ultimo anno di liceo. Svolge tutte le sue attività durante la notte per poi coricarsi in tarda mattinata e dormire tutto il giorno fino a sera con il rifiuto quasi totale della luce solare. L'unico contatto che ha con l'esterno avviene tramite social e quant'altro. È atroce per due genitori assistere giorno dopo giorno alla sua totale distruzione. Purtroppo inconsapevole della grave condizione in cui versa, non accetta nessun tipo di aiuto. Nonostante tutto, io e mio marito ci siamo rivolti (e stiamo continuando a farlo) a diversi specialisti, sia nel privato che nel pubblico, tutti concordi sul fatto che per renderlo collaborativo ci sarebbe bisogno della prescrizione di uno psicofarmaco...nessuno di loro però si è reso disponibile per una visita a domicilio (visto che questa potrebbe essere l'unica soluzione per "agganciarlo") a partire dal medico di base, l'educatore del servizio ulss, la psichiatra del CSM e tanti altri professionisti, neppure a pagamento. Ci sentiamo di conseguenza presi in giro ed è ridicolo quando ci dicono che per potergli ordinare un farmaco della categoria di cui sopra devono vederlo almeno una volta. Rifiuta categoricamente di uscire di casa e tanto meno accetta di essere accompagnato da uno specialista. L' unica alternativa che ci è stata proposta? Un Tso. Quindi dovremmo assistere alla scena raccapricciante di nostro figlio che viene prelevato con la forza e magari anche sedato? Che conseguenze e traumi potrebbe avere un'azione del genere in un ragazzo già così fragile? Non vogliamo credere che sia questa la sola strada percorribile, anche perché il tempo passa e le sue condizioni peggiorano sempre di più. Ultimamente la sua sofferenza e l'incapacità di liberarsene sfocia in episodi di aggressività fuori controllo contro di noi. Iniziamo ad avere paura e temiamo il peggio anche perché spesso con il buio vorrebbe allontanarsi da solo di casa...ci chiediamo se dobbiamo aspettare che accada qualcosa di terribile e tutto si trasformi in una tragedia annunciata...beh, nessuno si permetta di accusarci per aver tralasciato il disagio di nostro figlio. È da anni che cerchiamo uno una figura davvero competente che si prenda a cuore la sua salute mentale e che in qualche modo riesca a coinvolgerlo per guarirlo. E c'è stato anche, chi di fronte alla nostra richiesta di intervento, inspiegabilmente ci ha voltato le spalle non facendosi più trovare. Il nostro è un grido, una richiesta di aiuto e vuole esserlo per tante altre famiglie che si trovano nella nostra stessa situazione. Siamo disperati, ci sentiamo abbandonati e ci appelliamo con questa lettera a chiunque possa aiutare nostro figlio ad uscire da questo incubo che lo sta facendo sprofondare in baratro senza fine. Desideriamo solo che torni a sorridere e riprenda ad amare la vita.
Nel salutarvi cordialmente, vi ringraziamo per l'opportunità che ci offrite di dar voce al nostro disagio.
Lettera Firmata
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Gentile lettrice. Abbiamo ricevuto la sua richiesta d’aiuto e chiesto spiegazioni all’azienda sanitaria che ha promesso un veloce interessamento. Non appena ci saranno sviluppi sarà nostra cura darne conto a lei e ai nostri lettori.
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