Ghiaccio ovunque anche nel Brenta

La notte scorsa - con la colonnina che segnava meno 6 - ogni goccia d’acqua si è tramutata in corpo solido. Si sono ibernate le fontane, congelata l’acqua nei fossi, si è ghiacciato pure il fiume Brenta, come non si vedeva da almeno cinque inverni a questa parte. Spettacolare la fontana al fagiolo della Stanga, che si è tramutata in una scultura di ghiaccio: l’acqua spruzzata dagli zampilli, che di solito ridiscende lungo i gradini, vi si è invece congelata, incastonando la fontana in una morsa gelata. Anche la canaletta di Prato della Valle si è trasformata in una lucida lastra, bloccando al di sotto i pesci che vi sguazzano ormai da tempo. Non c’era verso, nelle piazze, di sciacquarsi le mani né di lavare le verdure alle fontanelle, rimaste a secco pure loro a causa delle temperature polari della notte.
Il Mago Gelo è passato anche lungo il corso del fiume Brenta, la cui superficie, ieri mattina, risultava immobile. Spettacolo suggestivo, anche per i giochi dei cristalli sui pietroni nella zona di Limena, ad esempio, ma non altrettanto incantevole era scorgere i rifiuti, di cui il fiume purtroppo è imbrattato, bloccati anch’essi nella morsa ghiacciata, cristallizzati esempi dell’inciviltà umana. A Cadoneghe qualcuno si è divertito a gettare delle pizze dalla passerella ciclopedonale che collega il Comune alla città di Padova, all’altezza di Torre. Rimbalzate sulla superficie ormai rigida, hanno finito con l’irrigidirsi pure loro, nemmeno buone per gli animali randagi e gli uccelli, surgelate com’erano. Risalendo a nord, a Pontevigodarzere l’unico punto in cui l'acqua scorreva era alla confluenza del Brenta con il torrente Muson dei sassi, il quale, scorrendo rapido, non si è ghiacciato se non leggermente lungo le sponde. Nel tuffarsi in Brenta, l’acqua scivolava poi sotto la lastra ghiacciata della superficie, sotto le immondizie congelate, sotto le zampe dei gabbiani, che in colonia stazionavano in attesa di pescare del cibo. I problemi più grossi li hanno avuti appunto gli uccelli acquatici, costretti a sostare per cibarsi nelle poche pozze scongelate. Tra Limena e Vigodarzere, al Ponte della Libertà, le cascate erano completamente secche, ché solo ad agosto, dopo un mese di siccità, gli spuntoni rocciosi riaffiorano così tanto. Nell’unica piscina d’acqua corrente venutasi a formare, era tutto uno starnazzare di anatre e uno strillo di gabbiani, sotto un pallido sole, in attesa di temperature meno rigide.
Cristina Salvato
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