Gianni Morandi: «Canto con voi per entrare nel 2013»

PADOVA. Definirla malinconia non si può: non di fronte a questa faccia aperta, a questi occhi curiosi, a questa empatia immediata. Eppure qualcosa c’è, il senso di una prospettiva forse, come se lo sguardo, fissando un punto dietro le spalle, scoprisse ogni volta con sorpresa quanto tempo è passato.
Gianni Morandi è qui, con i suoi 68 anni compiuti l’11 dicembre e orgogliosamente rimarcati, il suo ginocchio mezzo spappolato da un passo falso a Mosca, e dire che non stava correndo la maratona ma stava passeggiando. Zoppica ma è sicuro che sarà cosa passeggera e sarà rimesso a nuovo per il 31 dicembre, per l’abbraccio con il pubblico, il modo più bello per lasciarsi alle spalle un 2012 difficile ed entrare con qualche speranza migliore nel 2013.
Riparte dal Geox di Padova, dal concerto per il nuovo anno e da tre ore di musica pronte a farsi di più (è già lì che scalpita, canterà finché avrà voce) la voglia e il bisogno di Morandi di riprendere in mano il suo mestiere: «Negli ultimi quattro anni ho fatto il conduttore, ho fatto l’ospite e anche l’attore, ma se uno si chiede che mestiere fa Morandi, pensa che fa il cantante, e questo torno a fare, pieno di voglia».
Un assaggio nelle scorse settimane a Mosca e a Bucarest, le folle che impazziscono alla sua musica e alla sua voce; in programma un tour che lo porterà di nuovo a Mosca e poi negli Stati Uniti. Nuove canzoni, anche, pensare a un nuovo disco: «Ma faccio progetti a breve termine, devo tenere conto dell’età». Il più prossimo, il grande evento: il capodanno di Padova, nel teatro Geox che lui stesso, quattro anni fa, ha contribuito a far nascere portando tre sere di tutto esaurito.
Si guarda alle spalle e vede «una vita che mi ha dato tanto»; più ravvicinato, un anno difficile «una crisi dalla quale si può uscire solo cercando di fare sempre meglio». Si rivede conduttore per due anni di fila a Sanremo (con un santino di Sant’Antonio nello smoking; a Padova è molto legato); si dice certo che quella di Fabio Fazio sarà una bella edizione: «Lo ha già fatto due volte e lo fatto benissimo: in una c’ero come ospite, nell’altra ero in gara, Questa volta mi aveva chiesto di partecipare, ho detto no: poi il pubblico si chiede “ma quello deve stare sempre lì”. Le scelte mi sembrano ottime. E non credo che ci sarà la staffetta di conduttori, era una cosa che abbiamo fatto da Bonolis a Clerici fino a me ma è diverso, lavoriamo con Lucio Presta. Lo vedrò da spettatore».
Non pensa a big rottamati, quanto a una nuova generazione che si affaccia; a lui piacciono Negramaro, Tiziano, Eros, Biagio che poi sarebbero Ferro, Ramazzotti, Antonacci. E poi Cremonini. E Jovanotti: «Dico sempre che tra i giovani mi piace Jovanotti, poi mi ricordo che non ha più vent’anni nemmeno lui ma insomma, bisogna ricordare quanti ne ho io». Quella prospettiva che torna: «Quando avevo 18 anni Ennio Morricone, fresco maestro, arrangiò per me “Andavo a cento all’ora” e io pensavo, ma perché mi fanno lavorare con questo vecchio?”». Poi divenne premio Oscar, non l’unico con cui ha lavorato: ha un progetto con Piovani, canterà “Quanto ti ho amato”.
Oggi suo figlio Pietro ha 15 anni, la musica fa parte della sua vita ma non è più centrale come lo era per lui, «i ragazzi hanno tante più cose di noi con cui misurarsi»; e ne hanno anche meno, come i giovani talenti, «meno locali nei quali crescere, meno possibilità. Ai miei tempi potevi sbagliare un disco e anche due, ti facevano provareil terzo. Oggi se sbagli sei fuori, in venti secondi».
Chi viene dai talent, se ascoltasse il saggio Morandi, dovrebbe andar cauto con l’entusiasmo: «Chiara? Canta molto bene ma le serve un repertorio. Ha tanti esami davanti a sé. Il prossimo è Sanremo: se avrà una buona canzone andrà bene». Se. E, dice, serve anche altro: umiltà, costanza, consapevolezza che possono arrivare gli schiaffi in faccia. Quelli che lui assaggiò nella notte del Vigorelli, quelli dai quali non solo si risollevò ma tornò più forte e più grande di prima. Come ha dimostrato una volta di più all’Arena, con Celentano, cose da brividi. «Ho visto il dvd, è fantastico: Adriano è stato mio compagno e rivale, tra noi c’è amicizia. È un grande: ha lasciato in quel dvd, che farà storia, i 90 secondi di applausi per me dopo “Caruso”, e lo spettacolo era suo. Quanti altri lo avrebbero fatto? Io con lui farei qualsiasi cosa: uno spettacolo, un film, anche un disco. Mi piace lavorare in sintonia, mi piacciono gli assist».
Come entrerà Morandi nel 2013? «Incredulo di essere ancora qua. Magari con una canzone come “Questa vita cambierà”, poco conosciuta, beneaugurante. Dicendo grazie: dalla vita ho avuto tanto, ho avuto più di quel che meritavo».
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