Giannini: «Il rinnovamento non è Grillo. Serve un governo politico»

L’incontro tra il vicedirettore di «Repubblica» e Matteo Marian, giornalista del Mattino di Padova. «La crisi non è solo economica. Vacilla la politica, la morale»
CORTESE - GIANINI A FIERA PAROLE - MASSIMO GIANNINI
CORTESE - GIANINI A FIERA PAROLE - MASSIMO GIANNINI

PADOVA. L'Europa, la crisi economica, l'euro, il futuro della politica italiana. Palazzo della Ragione ha fatto da cornice all'incontro tra Massimo Giannini, vicedirettore di Repubblica, e Matteo Marian, giornalista del Mattino di Padova. Insieme hanno cercato di delineare nuove strade per far ripartire la “macchina Europa”, i cui ingranaggi sono bloccati dai debiti sovrani, dalla mancanza di riforme che la politica non ha voluto o non ha potuto realizzare.

Giannini ha tentato in primo luogo di contestualizzare una crisi «che non è solo economica. Nel nostro Paese ha assunto i toni di una crisi di sistema: vacilla la politica, la morale. E' da qui che dobbiamo ripartire». Il giornalista di Repubblica ha poi affrontato la questione Euro ed Europa, «due fattori da cui l'Italia non può più prescindere»: «Ritengo che l'Euro sia la più grande conquista che abbiamo raggiunto negli ultimi 50 anni. Però dobbiamo sottolineare che non può esistere un sistema monetario, seppur forte, che non si inserisca all'interno di una cornice istituzionale ben definita. L'Euro paga il prezzo di essere una moneta senza Stato. Ecco perchè rappresenta più una croce che una delizia in questo periodo, ecco perché i Paesi sono vittime della dittatura dello spread».

Chiusa la lunga parentesi economica, i due giornalisti hanno delineato lo scenario politico italiano del prossimo futuro. Giannini dice no all'antipolitica, sostenendo che «Beppe Grillo non può essere la risposta». Esorta al cambiamento della legge elettorale, spera in un Governo stabile, in grado di disegnare «una definita strategia di politica industriale». Giannini poi auspica un rinnovamento dei partiti ed ipotizza che la prossima maggioranza «assolutamente politica», «potrebbe decidere, una volta eletta, di farsi da parte per lasciare la guida del governo ancora a Mario Monti». Giannini, esortato dal pubblico, ha ricordato quale sia l'arma migliore per il rinnovamento del Paese: «Noi abbiamo un grandissimo potere, il nostro voto. Auspico il ritorno di partiti, ripuliti e rinnovati dalla base al vertice. Dico no all'antipolitica perché su quest'onda rischiamo di lasciare il Paese nelle mani di un cardinale o di un generale dei carabinieri».

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