Giardino dei Giusti Una passeggiata contro i genocidi

Oggi e la prossima settimana documentari e convegni Ma intanto il monumento mostra i segni del tempo
Di Elvira Scigliano
COLTRO - MONUMENTO INTERNATO IGNOTO A TERRANEGRA COLTRO - MONUMENTO INTERNATO IGNOTO A TERRANEGRA
COLTRO - MONUMENTO INTERNATO IGNOTO A TERRANEGRA COLTRO - MONUMENTO INTERNATO IGNOTO A TERRANEGRA

Il Giardino dei Giusti di Terranegra è la casa delle storie silenziose, di chi ha scelto il bene per il prossimo anche a costo della vita. Oggi, in occasione della “Giornata europea dei Giusti” (proclamata tre anni fa dal Parlamento europeo), alle 9.30, al Museo dell'Internamento sarà proiettato il documentario dedicato a Otto Weidt: piccolo imprenditore non vedente che, nella Germania nazista, riuscì a nascondere e salvare numerosi ebrei. Parteciperanno alcune scolaresche e interverranno il consigliere regionale Piero Ruzzante (Pd), il direttore del Museo Vittorio Pierbon, la giornalista Cadigia Hassan e lo storico e musicista Filippo Visentin dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti. Inoltre l'11 e il 12 marzo Padova, grazie all'Università, ospiterà una conferenza internazionale per il centenario del genocidio armeno (1915-2015) compiuto durante la Prima guerra mondiale nell’area dell’ex impero ottomano, in Turchia. Il governo dei Giovani Turchi tentò lo sterminio dell’etnia armena; morirono 1 milione e mezzo di persone. Introdurranno i lavori il Rettore Giuseppe Zaccaria, il professore Antonio Varsori, direttore del Dipartimento di scienze politiche, giuridiche e studi internazionali di Padova, l'assessore alla cultura Flavio Rodeghiero e l'ambasciatore della Repubblica armena in Italia, Sargis Ghazaryan. Interverranno Antonio Papisca e il vicepresidente del Giardino dei Giusti, Guliano Pisani. Il progetto del giardino fu avviato da Flavio Zanonato nel 1999 e, nel 2008, approvato all'unanimità. Ciascun Giusto è celebrato con una pianta seguendo la filosofia del concepire la vita. Si sviluppa su 7 chilometri tra il Piovego e il Brenta, ma l'obiettivo è raggiungere il mare Adriatico. A vigilare sulla scelta dei giusti un Comitato scientifico composto da 5 membri più il sindaco. Il progetto è sotto l'alto Patronato del Presidente della Repubblica e gode dei patrocini di Regione, Provincia e Ufficio scolastico regionale. Con i giusti di Padova sono ricordati quattro genocidi. Per quello armeno: Armin Theophil Wegner, Giacomo Gorrini e Ayse Nur Zarakolu, Hasan Amca, Jacob ed Elisabeth Kunzler; per la Shoah: Carlo Angela, Placido Cortese e il suo gruppo (tra cui le sorelle Lidia, Carla Liliana e Teresa Martini, Delia Fasolato Mazzucato, Franca Decima, Milena Zambon, Parisina Lazzari, Delfina e Maria Borgato), Giovanni Palatucci, Giorgio Perlasca, Pietro e Giuliana Lestini, Suor Marguerite Bernes, Padre Antonio Dressino, Gertrud Luckner, Giovanni e Regina Bettin, Varian Mackey Fry. Per il genocidio ruandese: Pierantonio Costa, Jacqueline Mukansonera, Zura Karuhimbi. Per il genocidio bosniaco: Lazar Manojlovic, Ivanka Šucur, Ðuro Ivkovic, Dragan Andric.

Di recente è stata segnalata scarsa cura nella manutenzione del giardino. In particolare la base di alcune sculture è provata dal tempo. «La manutenzione del Giardino è competenza del Comune», spiega Vittorio Pierbon, il direttore, «noi del Museo ci limitiamo ad inserirlo nel percorso guidato. Ogni anno vengono 2 mila ragazzi più un migliaio di altri visitatori, soprattutto sabato e domenica. Ultimamente abbiamo rinnovato la veste espositiva del Museo e speriamo attragga un po' di più: meno fotografie dell'orrido e dei massacri e più didattica. Inoltre quest'anno abbiamo invitato per la prima volta tutti i provveditorati d'Italia». «L’altra sera la corsa Corri per Padova è partita eccezionalmente dal Giardino», riferisce Pisani, «Domani inizieremo le visite nelle scuole. Io sarò al Fermi, la settimana dopo al Nievo e quella dopo ancora al Tito Livio. Il Giusto è un modello vivente del concetto etico di giustizia operando non ascoltando leggi inique e governi criminali ma solo la voce della coscienza».

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