Gigantesco abbraccio di Saccolongo al “piccolo guerriero”

In settecento hanno gremito la chiesa e il piazzale esterno per l’addio a Davide, stroncato dalla malattia a 11 anni
DORO-FOTOPIRAN-SACCOLONGO-FUNERALE DAVIDE ORMENESE
DORO-FOTOPIRAN-SACCOLONGO-FUNERALE DAVIDE ORMENESE

SACCOLONGO. Una malinconica pioggia ieri ha accolto la folla che si è radunata per dare il più triste degliddii, quello ad un bambino di soli 11 anni che davanti a sè avrebb, invece, dovuto avere solo gioia e spensieratezza. Per dare l’ultima carezza al piccolo Davide Ormenese, scomparso martedì per una grave patologia cardiaca, settecento persone hanno gremito ogni centimetro della chiesa di Saccolongo, finendo per occupare anche il sagrato all’esterno.

I compagni di classe, gli amici, i conoscenti, la comunità parrocchiale e le tante persone che hanno incrociato la breve, ma enormemente significativa vita di questo piccolo guerriero si sono trasformati in un gigantesco abbraccio alla famiglia Ormenese.

I posti a sedere erano già terminati un’ora prima dell’inizio del funerale e in molti hanno dovuto assistere alla cerimonia stretti sotto i gazebi montati fuori dalla chiesa o coperti dagli ombrelli. Nei primi banchi da un lato i compagni di classe della 1A, nell’altro i genitori Silvia e Simone insieme ai figli Angela e Mattia e dai familiari più stretti.

«Nessuno di noi vorrebbe essere qui oggi» introduce don Paolo Marzellan, affiancato da una ventina di chierichetti, da diversi altri sacerdoti e dai frati del convento Sacro Cuore. «Esserci non è cosa bella, però è cosa buona per salutare per l’ultima volta il nostro amico Davide». Sulle pareti ai lati dell’altare sono appesi i cartelloni scritti dai suoi amici mentre una sua foto spensierato sormonta il piccolo feretro bianco.

Il passo del Vangelo scelto dalla famiglia è quello secondo Marco: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro appartiene il Regno di Dio». «La predica più bella siete tutti voi che in così tanti siete qui oggi, con i vostri gesti silenziosi e le vostre lacrime di dolore» spiega nell’omelia don Paolo. «Legato al feretro c’è il cordone che Davide ha usato i primi tempi in cui faceva il chierichetto, per il suo fisico esile anche la veste più corta gli era infatti troppo lunga ed era quindi costretto a stringersela. Come ha recitato il Vangelo noi non possiamo impedire a Davide di essere ora presso Dio, la sua mancanza è tanto dolorosa ma il Signore nel suo disegno ha criteri diversi dai nostri: noi misuriamo il tempo con la quantità, lui con la qualità. E il messaggio che Davide ci ha lasciato è di essere felici, proprio in questo momento che salutandolo per l’ultima volta non lo siamo».

Si sono susseguiti poi i ricordi di animatori dell’Azione cattolica e di compagni di classe, e nessuno riesce a non definirlo un “piccolo guerriero”. «Quelle che per noi erano cose scontate per te erano tutte piccole conquiste» leggono commossi i compagni di classe. «Eri il più piccolo di noi ma dentro eri il più grande di tutti, resterai sempre nostro amico». Ed infine è stata letta la lettera firmata dai genitori: «Ringraziamo le maestre e i compagni di classe che lo hanno sempre accolto e sostenuto, i medici e il personale sanitario che lo hanno seguito in questi anni, le catechiste, il parroco e la comunità, i parenti e gli amici, ci avete fatto tutti sentire parte di una grande famiglia». —


 

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