Gioco d’azzardo, l’allarme del Sert di Padova: «Sale slot, rischio post astinenza»

PADOVA. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. E magari dalla psiche, visto che si parla di gioco d’azzardo. C’è una ricerca compiuta dal Sert di Padova che fotografa una situazione incoraggiante ma allo stesso tempo preoccupante. Durante i mesi del lockdown l’86% delle persone in cura per la dipendenza da gioco d’azzardo non ha mai giocato. E questa è la buona notizia. Quella cattiva, invece, riguarda l’ormai imminente riapertura delle sale slot da lunedì. «Tutti parlano di contagio ma nessuno pensa alle dipendenze. Una massa di giocatori patologici in astinenza sta per ritornare nei mini casinò» , ragiona Giancarlo Zecchinato, direttore del Dipartimento per le dipendenze.
Il volume
Il contesto è delineato dai numeri che caratterizzano questo comparto. Nel 2019, in provincia di Padova, sono stati spesi 247 milioni nel gioco d’azzardo (fonte Monopoli di Stato). E’ il terzo gradino del podio a livello regionale, con Verona prima a quota 288 milioni e Venezia seconda a 284.
Terapia
Al Sert, oltre a tossicodipendenti e alcolisti, si seguono in terapia anche i giocatori. Durante il periodo di chiusura si temeva un boom delle giocate online ma l’indagine realizzata fotografa una situazione diversa.
L’indagine
Sono stati distribuiti 170 questionari a cui hanno risposto 80 persone in trattamento. Non solo l’86% ha dichiarato di non aver giocato, ma l’83% ha riferito di non aver avuto nemmeno voglia di farlo, mentre il 10% la voglia ce l’aveva ma non ha ceduto. Interessanti le statistiche riguardanti chi, invece, non ha resistito alla tentazione (il 14%): il 7% si è recato in tabaccheria, il 6% si è collegato online, l’1% entrambi.
Sale slot
I dati raccolti confermano dunque la centralità dei mini casinò nella piaga del gioco d’azzardo. Nel momento in cui sono venuti a mancare, è calato persino il desiderio. E chi non è riuscito a contenersi, si è comunque rifugiato in un luogo fisico come la tabaccheria a comprare Gratta e Vinci. C’è dunque un legame molto stretto tra dipendenza e luoghi fisici in cui questa trova soddisfacimento. Molte sale slot dovrebbero riaprire già da lunedì in tutta Italia. «Il 40% dei giocatori teme di ritornare a giocare alla riapertura» spiega Zecchinato. «Temono le slot e i centri scommesse, ora sono consapevoli del fatto che una minore disponibilità sia stata di aiuto nella gestione della dipendenza».
Le proposte
Il Sert di Padova, oltre a lanciare l’allarme, prova anche a individuare una serie di soluzioni a questa situazione. «Innanzitutto bisognerebbe avvisare i gestori dell’alta probabilità di avere tra i loro clienti anche giocatori patologici» ragiona sempre Zecchinato. «È importante che mettano a disposizione tutti i materiali informativi forniti dall’Usl 6 sui rischi e sui servizi disponibili. Poi sarebbe auspicabile che i gestori di questi locali facessero corsi di formazione previsti dalla nuova legge regionale, per interagire efficacemente con i giocatori problematici».
Altre dipendenze
Lo studio ha dato anche altre risposte, che riguardano sempre la dipendenza. Il 50% degli intervistati dice di aver mangiato più del solito, il 31% di aver fumato più sigarette, il 9% di aver aumentato l’uso di alcolici e il 3% quello di psicofarmaci.

Recidivi
Tra coloro che si dicono quasi certi di tornare a giocare (il 40%), il 43% cercherà le slot machine, il 36% le scommesse, il 26% il Gratta e Vinci, il 13% il poker texano, il 15% il Superenalotto. Dunque ora ci sono anche dati concreti supportare i sospetti che, da sempre, aleggiano sui luoghi del gioco d’azzardo, aumentati a dismisura negli ultimi anni in ragione di un mercato che c’è. Il Sert di Padova mette dunque in guardia la collettività alla vigilia della riapertura, auspicando che le istituzioni pensino a una rete di contenimento per questa piaga sociale.
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