Giorgio Perlasca ovvero la geniale banalità del bene

Il 23 settembre 1989 fu insignito da Israele del riconoscimento di Giusto tra le Nazioni. In Israele gli hanno dedicato una foresta in cui sono stati piantati 10.000 alberi, a simboleggiare le vite...

Il 23 settembre 1989 fu insignito da Israele del riconoscimento di Giusto tra le Nazioni. In Israele gli hanno dedicato una foresta in cui sono stati piantati 10.000 alberi, a simboleggiare le vite degli ebrei da lui salvati in Ungheria. Al museo Yad Vashem di Gerusalemme, nel vialetto dietro al memoriale dei bambini, gli è stato intitolato un albero e a Budapest, nel cortile della Sinagoga, il suo nome appare in una lapide che riporta l'elenco dei giusti. E sono solo alcuni dei riconoscimenti assegnati a Giorgio Perlasca, un grande uomo. L’uomo che nell'inverno del 1944, nel corso della seconda guerra mondiale, fingendosi console generale spagnolo, salvò la vita di oltre cinquemila ebrei ungheresi strappandoli alla deportazione nazista e all'Olocausto. Poi la guerra finì, e lui che era nato a Como nel 1910 e piccolo si trasferì con fa famiglia a Maserà, tornò a Padova e riprese la sua vita di prima, senza clamori, lavorando come commerciante e conducendo un'esistenza modesta e riservata, senza raccontare la sua vicenda alla famiglia né alla stampa. Dai pochi vertici militari a cui raccontò in forma riservata la sua vicenda nel dopoguerra fu ignorato per opportunità diplomatica o politica. Soltanto nel 1987, oltre quarant'anni dopo, alcune donne ebree ungheresi residenti in Israele rintracciarono finalmente Perlasca (reputato da molti un cittadino spagnolo di nome Jorge, vista l'identità che aveva assunto) e divulgarono la sua storia di coraggio e solidarietà. A Padova abitava in Città Giardino, via Nullo, con la moglie e il figlio che spesso andava a prendere all’uscita da scuola (le elementari al Vanzo). Un uomo riservato, estremanente gentile, che lasciava trapelare acutezza e originalità di ingegno. La geniale banalità del bene. Giorgio Perlasca morì nel 1992.

( a.pi.)

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