Giovane salvato dal Soccorso alpino sul Rocca Pendice

PALESTRA DI ROCCIA. Rocca Pendice
TEOLO.
L'inesperienza e un'inadeguata preparazione fisica sarebbero le cause dell'incidente avvenuto sabato sera sullo «Spigolo Barbiero» della parete est del Rocca Pendice, dove i volontari della stazione di Padova del Soccorso Alpino sono dovuti intervenire per recuperare un rocciatore stremato e in preda al panico. Il giovane, un ventitreenne di Albignasego che aveva affrontato l'arrampicata assieme al fratello, è stato portato in salvo verso l'una di notte quando in zona imperversava un forte temporale. «L'alpinismo è uno sport che va praticato nel pieno rispetto delle regole altrimenti può diventare pericoloso», spiega Leonardo Calaon, vice capostazione del Soccorso Alpino di Padova. Nel caso di sabato sul Pendice è stata sbagliata anche l'ora d'attacco della parete. I due fratelli erano partiti verso le 18, troppo tardi per arrivare in cima e tornare a valle con la luce del giorno. Una volta in difficoltà l'alpinista meno preparato è stato legato dal fratello alla parete. «Se invece di scendere in paese alla ricerca di torce per far luce al compagno di cordata rimasto senza forze il fratello avesse chiamato il 118 l'operazione di recupero si sarebbe conclusa alle 21 e non all'una». Calaon fornisce anche alcuni consigli su come affrontare la scalata. «La parete est del Pendice presenta passaggi del quarto grado superiore, occorre affrontarla con un minimo di allenamento. Solitamente prima di una scalata di 3-4 ore ci si allena su vie brevi, sui cosiddetti mono-tiri, che servono per prendere conoscenza con le difficoltà che si possono incontrare in arrampicata e raggiungere lo stato di forma che consente di arrivare in cima».
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