Giovane sorvegliante preso a bastonate e tramortito dai ladri

CITTADELLA. Lo hanno tirato fuori dall'auto, cercando di colpirlo al fianco con un cacciavite, poi lo hanno tramortito con una bastonata alla testa. Momenti tremendi, quelli vissuti la scorsa notte da Enrico Sandri, 21 anni, di Facca. Il giovane fa il sorvegliante, lavora per l'Istituto di vigilanza Padova controlli. Nella notte tra venerdì e ieri, si trovava con l'auto di servizio in via del Commercio, in zona industriale a Cittadella, all'altezza della ditta Berto Pasquale. Dei malviventi, che probabilmente volevano mettere a segno un colpo, lo hanno picchiato: ha subìto un trauma cranico, contusioni al braccio e all'avambraccio sinistro. «Erano due, tre, quattro, non ricordo, avevano tutti il volto coperto, credo con dei passamontagna; indossavano pure i guanti». Enrico racconta l'aggressione subita mentre attende, in pronto soccorso, la visita neurologica. È ancora scosso, confuso. «Stavo facendo il giro di ronda abituale; da qualche sera tengo d'occhio la proprietà di Berto Pasquale, negozio e magazzino; qualche settimana fa c'è stato un furto di materiale. Il mio turno è iniziato alle 23.30 e doveva terminare alle 6. Ho fatto il primo giro e poi mi sono spostato. Dopo cinque minuti sono tornato e mi sono fermato». Un ritorno repentino: «Forse i ladri non pensavano tornassi a così breve distanza di tempo».
È stato preso alle spalle: «Sono arrivate due, tre, quattro persone: una mi hanno colpito a un braccio con un bastone, mentre un'altra mi ha trascinato fuori dall'auto. In mano avevano un cacciavite che hanno tentato di conficcarmi in un fianco. Ho reagito tirando un calcio, mi sono alzato e sono corso verso la porta del negozio per attivare l'allarme. Anche lì ho dato un calcio, ma l'allarme non è partito. Forse lo avevano disattivato. Poi mi è arrivata una bastonata sulla testa e sono caduto a terra, privo di sensi. Quando mi sono svegliato, non so quanto tempo sia passato, non c'era nessuno, avranno pensato fossi morto. Ho preso il telefono, ho chiamato il 112, il mio datore di lavoro e mia madre. Poi ho perso nuovamente conoscenza».
Sul posto è arrivata un'ambulanza. «Non mi spiego questa violenza, forse credevano avessi una pistola. Lavoro come sorvegliante da circa tre settimane, il mio contratto termina il 21 agosto, ma non credo di continuare questa esperienza. Il mio sogno sarebbe entrare nell'esercito. Sono un alpino paracadutista, da poco sono tornato a Cittadella. Avevo vinto un concorso, ero in graduatoria, ma i tagli mi hanno penalizzato, sono entrate meno persone del previsto. Proverò di nuovo. Intanto farò il test per entrare alla facoltà di Medicina».
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