Giovane vivaista stroncato dal male

Non aveva mai perso la speranza. Continuava a guardare al futuro con fiducia: si sognava ancora accanto alla donna che amava, ancora per tanti anni indaffarato tra le piante del vivaio di famiglia. Ma una malattia terribile, che dei sogni non tiene conto, lo ha vinto dopo tre anni di strenua battaglia. Si terranno questa mattina, alle 10.30, nella chiesa parrocchiale di Roncaglia, i funerali di Andrea Salmaso, 32 anni, venuto a mancare nella notte tra sabato e domenica. Papà Arrigo, mamma Maria e il fratello, Gianluca, ancora non credono che il loro caro non ci sia più: «Non perché fosse mio figlio» garantisce Arrigo Salmaso, «ma era davvero un ragazzo senza un difetto: amato da tutti, non beveva, non fumava, non aveva nessun vizio. Tutti quelli che lo conoscevano vedevano in lui il volto della bontà». Un rapporto stretto soprattutto con il fratello Gianluca, di tre anni più giovane: «Lo vedeva davvero come un padre: due fratelli meravigliosi, sempre uniti, come ormai raramente se ne vedono». Un ragazzo innamorato del lavoro, Andrea: «Aveva lasciato l’università per venire con me nel vivaio di Saonara. Ad esso è rimasto legato, fino alla fine». Tre anni fa una diagnosi infausta, di una malattia precipitata e che non lasciava molte speranze. Ma Andrea ha voluto lottare: «Abbiamo provato a curarlo in tutti i modi. Siamo stati in America, a Parigi, a Milano. Le nostre speranze stavano in un ritrovato americano, una cura sperimentale promettente, che però per Andrea non ha funzionato». Fino a tre mesi fa Andrea ha continuato a lavorare nel vivaio di famiglia, a contatto con le piante. Poi, però, la malattia lo ha costretto a casa: «Fino a pochi giorni fa, almeno una volta alla settimana, Andrea voleva venire a lavoro: vedere le piante, guardare le carte in ufficio. Gli costava molto: aveva sempre con sé l’ossigeno e non voleva farsi vedere in queste condizioni». Ad aiutarlo una fede incrollabile, che gli ha impedito di trasformare la sua tragedia in rabbia e accettare con serenità anche il peggio. Sugli ultimi giorni di Andrea ha vegliato l’amore della sua vita, Elena, anche lei 32 anni, con la quale il giovane conviveva e aveva tanti progetti: «Questi tre anni sono stati un regalo prezioso», ringrazia con il cuore colmo di riconoscenza, «Elena lo ha accudito con l’anima e con il cuore, lo ha amato sino alla fine». A dargli l’ultimo saluto, questa mattina, a Roncaglia, ci saranno i tanti amici che gli hanno voluto bene fino alla fine.
Andrea Canton
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