Gitta sull'altopiano

La top model anni '60 sceglie la natura
Le note di Nat King Cole sono in tutta la stanza e riportano alla mente atmosfere di un'epoca passata, i cui segni sono presenti e palpabili nella casa di Gitta. Lei sta cucinando. L'abbiamo raggiunta una mattina, in una via immersa nella natura, in cui vive dal 1991, esattamente a metà fra Asiago - «troppo città» - e Gallio. Quest'autunno il paesaggio è così vivido che i colori giallo, marrone e rosso sembra si possano prendere in mano e spalmare su una tela. Lontano dai rumori urbani, Gitta scende in paese per comprare la carne dal macellaio preferito e i biscotti fatti in casa nella panetteria migliore di Asiago. Mette sul fuoco uno splendido filetto servito con rape rosse e carciofi. Nat King Cole lo adora - «l'ho visto nel '59 in uno show al Music Hall di New York quando la città era tutta una fiorire di locali di jazz», la sua musica preferita.  Gitta ha 74 anni, è stata una fotomodella di grido fra il '58 e il '64 - documentario a lei dedicato girato dal regista padovano Briguglio - ed è di Berlino. Il suo nome per esteso è Brigitta Schilling, la sua famiglia, fratello del padre ministro della giustizia, è stata duramente provata dalla guerra e poi Gitta venne scoperta a 16 anni in una sfilata locale da uno spettatore illustre che la portò sulle copertine di Madame, Vogue, Costanze. Insignita nel '58 del titolo di ambasciatrice dell'eleganza tedesca e musa per fotografi come Gundlach e Newton, si divise fra New York, Parigi, Firenze e i set fotografici più importanti, con addosso Dior, Chanel, Cardin, haute couture - «la mia preferita è Coco, un vero cavallo di razza», abbandonando le scene nel '64.  «Sì la donna deve essere femminile non mostrando molto, e la minigonna era decisamente troppo». Senza rimpianti aprì subito un Salon Mode a Monaco: «io sono sarta, sceglievo le stoffe a Milano, lino stupendo, mohair impareggiabile ed avevo clienti importanti, anche reali». Moda come vera passione: «per me è architettura, un vestito è la struttura in cui vivere ogni giornata». Quando il palazzo venne venduto Gitta chiusa la parentesi "imprenditoriale", sposata due volte, divenne casalinga. E l'Italia da paese delle vacanze - seconda casa a Venezia e poi dal '78 grazie ad amici comuni scoprì Gallio, in cui si trasferì- fu scelto come posto in cui vivere. Anche in cucina Gitta ha stile. Lo stesso degli scatti, deciso ed elegante, «ci truccavamo e pettinavamo noi, e io volevo uno specchio dietro alla camera per capire come meglio interpretare la foto». Attrice in scena. Le pose, i sorrisi, la postura di mani, gambe, sono decisi da lei. E gli splendidi castelli, gli abiti costosi, le parure di gioielli, non l'hanno mai impressionata: «era importante mantenere nel privato un livello di normalità. L'invidia fra colleghe non l'ho sentita, avrebbe fatto perdere tempo e denaro a tutti». E gli ammiratori? Ride e dice: «non c'era tempo». La sua dedizione al lavoro, «se fai bagordi sul viso si vede» - è tutta nelle sue mani - «dicono siano la prima cosa che invecchia ma io non mi sono mai risparmiata. Il lavoro manuale rende attivo il cervello. Oggi la gente è troppo pigra. I giovani non dovrebbero trattarsi male, drogarsi, bere, dovrebbero pensare: ma se continuo così come sarò fra 2-3-5 anni? Non sprecare le opportunità».  La sua famiglia le ha trasmesso forte l'importanza di quanto si sa guadagnare nel tempo. Esempio l'argenteria di casa: «mia nonna mi regalava tutti gli anni fin da quando ero piccola una forchetta, un coltello, un cucchiaio, ciò che oggi è un intero servizio». D'argento è anche il posacenere in cui Gitta spegne il suo unico vizio, la sigaretta. Sorride. Con un filo di rossetto rosso ancora ammalia, e con lo sguardo intelligente e le parole sagge sa convincerti che la bellezza non è puramente estetica, è un mix di naturalezza e carattere. Nat King Cole ha smesso di cantare. Immaginiamo di essere per un attimo al Greenwich Village, nel '59, fra le strade piene di gente, poi entro in locale di jazz, scendiamo le scale, ci immergiamo nel fumo e nella musica e vediamo seduta al tavolino una splendida donna con una sigaretta in mano ed un sorriso disarmante. Sembra una diva del cinema e tutti, uomini e donne, sono rapiti da tanto charme. La sentiamo chiamare.. Gitta.. Gitta Schilling...

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