Gli adesivi solidali di Giada donano duemila euro allo Iov

La grafica Vezzù aveva ideato delle stampe contro i pregiudizi sul virus. Ne sono stati venduti 1.500 e il ricavato è stato donato

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Era nato come adesivo per vincere i pregiudizi, è diventato un adesivo solidale. La stampa da «orgoglio vadense» di Giada Vezzù non è servita solo a testimoniare il forte senso di appartenenza ad una comunità protagonista della lotta alla pandemia, ma è stata utile anche per raccogliere fondi benefici. Giada, ieri mattina, ha infatti messo nelle mani dei dirigenti dello Iov un assegno da 2 mila euro.

Giada Vezzù, 27 anni di Vo’, campionessa della Supermoto e grafica pubblicitaria, aveva ideato lo scorso febbraio un adesivo con la scritta “Sì sono di Vo’” e un originale logo: la corona che richiama il coronavirus e l’uva che simboleggia la principale attività di Vo’. Il significato? «L’orgoglio di far parte di questa comunità sarà l’unico modo per vincere diffidenze e pregiudizi», aveva raccontato la ragazza in giorni di “zona rossa”, in cui la gente si teneva a debita distanza dai Colli Euganei, ignara che nel giro di qualche giorno la quarantena sarebbe toccata a tutti.

Di adesivi Giada ne ha venduti ben 1.500, oltre a 150 mascherine con impresso lo stesso orgoglioso logo. Parte del ricavato è finito allo Iov, l’Istituto oncologico veneto di Padova. «E’ un istituto che cura chi sta davvero male, molto più male di chi ha a che fare con il coronavirus. Lo Iov è inoltre una realtà veneta, che ha investito anche nel vicino ospedale di Schiavonia». Il riferimento è al centro di radioterapia attivo proprio accanto al “Madre Teresa”.

«Ringrazio i cittadini di Vo' che hanno aderito all'iniziativa di raccolta fondi proposta da Giada Vezzú» ha dichiarato il direttore sanitario dello Iov, Maria Giuseppina Bonavina, al momento della consegna dei 2 mila euro (a cui era presente anche il direttore generale Giorgio Roberti) «Queste persone, anche in un momento critico come l'epidemia di Covid, hanno individuato nel paziente oncologico la persona più fragile a cui destinare le loro offerte». —



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