«Gli appalti non c’entrano È una guerra tra i politici»

CAMPOSAMPIERO. «Il signore della Lega si permette di scrivere, dire e fare senza informarsi sul lavoro che faccio e che servizio offro a Camposampiero. Al di la del processo, non si sono degnati di conoscere la mia professionalità: sono il numero uno nel mio lavoro e sono gli altri a dirlo».
Parla così Massimiliano Berto, chiamato in causa dal consigliere del Carroccio Marcello Bano che ha “sconsigliato” il sindaco Luigi Alessandro Bisato di affidare le gare di appalto alla Centrale unica di committenza della Federazione dei comuni del Camposampierese, l’ufficio che offre il servizio dedicato a vari enti e che vede Berto come unico dipendente.
Prima di approdare alla Federazione Camposampierese Berto era il responsabile della Cuc della Provincia di Padova, ed è rimasto coinvolto nell’inchiesta denominata “Pantano” sulle tangenti per l’Ater.
«In Provincia il clima era insostenibile», afferma Berto, «me ne sono voluto andare. Poi in maniera molto dignitosa mi sono trovato un altro posto. A Camposampiero abbiamo rimesso la Cuc a posto perché è un obbligo di legge per i Comuni. Abbiamo messo in piedi una Cuc di 20 Comuni e mi hanno frenato perché sarebbero stati molti di più. Su di me sono state scritte delle cose da una persona che non conosco. Io non ho idea di chi sia il consigliere Bano. Conosco i colleghi del comune di Noventa ed è il Comune che è venuto a chiedere la disponibilità della Centrale di committenza. Ho la fila di enti che vengono a implorarmi di fargli fare le gare, forse perché sono disonesto e incompetente? Il mio è un curriculum che a vederlo fa sbiancare». In effetti sono una ventina gli enti convenzionati con la Cuc di Camposampiero, ritenuta molto più efficiente e veloce di quella provinciale.
«Chiedete ai Comuni convenzionati con la Centrale di Camposampiero che servizio ricevono», continua Berto, «se è un servizio professionale, se c’è disponibilità, se quei famigerati 3.500 euro che spendono per contribuire alle spese poi alla fine sono una spesa o se a conti fatti diventano addirittura un risparmio. Ma si sa, in Italia le eccellenze non vengono riconosciute». Su Berto pesa, però, il rinvio a giudizio in relazione all’inchiesta “Pantano”. «Mi piacerebbe sapere se qualcuno è mai andato a vedere i capi d’accusa», commenta Berto, «Perché sono accusato di corruzione per aver ricevuto una somma imprecisata tra i 250 ai 400 euro finalizzata all’acquisto di derrate alimentari per l’organizzazione di una festa di pensionamento dell’allora direttore generale Amodeo», spiega Berto, «Sto affrontano il mio processo con assoluta dignità, faccio 12 ore al giorno per 1.500 euro al mese, mettetevi nei miei panni e capirete il disagio. Ma in questa storia il mio processo non c’entra, queste sono beghe politiche. Il problema è che un consigliere comunale di Noventa accusa il sindaco di sperperare denaro pubblico, un consigliere che dice: tu hai un servizio in Provincia che costa molto meno e decidi di andare a fare lo stesso servizio in un altro ente che costa 3.500 euro l’anno. Questo è il problema, non che c’è un imputato che gestisce gli appalti a Camposampiero».
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