Gli economisti “ribelli” e il Papa «Pronti a rovesciare il mondo»
Senza tanti giri di parole, vogliono cambiare il mondo. Ma il fatto che li abbia radunati papa Francesco non deve portare fuori strada: non sono né “papa boys” né ragazzi casa e chiesa, che sognano pace e fratellanza. Diletta Pasqualotto, 29 anni, è una dei dieci padovani (e dei circa 50 veneti) che si sono uniti ai lavori di “The Economy of Francesco”. Ad Assisi, ma soprattutto in collegamento online causa Covid, duemila under 35 di 120 Paesi del mondo nello scorso fine settimana hanno tirato le somme dei primi sei mesi di lavoro su progetti economici e sociali concreti: l’economia generativa, l’ambiente, le finalità della finanza, il reinserimento di giovani in uscita dalle comunità, le parità di genere negli stipendi, le disuguaglianze.
«Io sono laureata in economia, commercio estero. Ho fatto due anni a New York, preso un master a Londra», racconta Diletta. «Poi sono tornata in Italia, sono diventata mamma, ho iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia a Vigonza. In parrocchia? Mai andata. Alla fine dell’anno scorso ho visto su internet questa chiamata per economisti e l’idea di confrontarmi con miei coetanei su una ristrutturazione del sistema economico e sociale a livello globale mi ha entusiasmato. Così ho mandato il curriculum e sono stata selezionata». A maggio, saltato l’incontro che era stato fissato ad Assisi, i 12 gruppi di lavoro - chiamati “villaggi” - hanno iniziato a riunirsi. «Prima ci vedevamo una o due volte alla settimana, poi quasi tutti i giorni. Io ero nel villaggio Women for Economy», prosegue Diletta. «Nel mio sottogruppo un’indonesiana, una spagnola, un’ucraina e un altro italiano». Lavori intensi. «Dedicavo tutta la pausa pranzo e anche di più alle riunioni», ricorda. «Ci abbiamo dato dentro, arricchendoci con le nostre differenze e ad agosto abbiamo cominciato a unire le nostre idee con quelle di altri gruppi. Noi abbiamo proposto tre progetti, uno in particolare lo sento mio e punta a certificare le aziende che garantiscono parità di trattamento fra uomini e donne su salari e congedi». Ma di idee rivoluzionarie ne sono spuntate tante. «E tutte pensate su scala globale, mica solo per l’Italia», sottolinea. Nello scorso weekend tutti i progetti sono stati presentati. «Ora aspettiamo direttive per la fase esecutiva», prosegue. «È stato esaltante e non vediamo l’ora di incontrarci. Ho conosciuto altri economisti, siamo tutti changemaker, non abbiamo speranze ma idee concrete e crediamo che si possa davvero cambiare il sistema, mettendo i valori davanti al profitto. Il Papa? È un modello per tutti noi, una guida. E grazie a questa iniziativa stiamo imparando a dialogare, a conoscerci, a mediare. Siamo stanchi di non essere ascoltati, la nostra è una ribellione sana. E sentirete ancora parlare di noi». —
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