Gli hacker colpiscono anche i frati del Santo

PADOVA. Non hanno limiti gli hacker. Colpiscono ovunque e non si fanno scrupoli. Specialmente se, oltre all’attività di pirateria, associano anche quella di truffatori. Così nel mirino sono finiti i Frati minori conventuali della “Provincia italiana di Sant'Antonio di Padova”, o almeno, alcuni di loro. Chi ha una corrispondenza via mail (o ha avuto) con qualche frate è stato destinatario di messaggi (falsi) con esplicite richieste di danaro: «Buongiorno, come stai? Dove ti trovi in questo momento? Avresti un po’ di tempo da consacrare a una situazione particolare che mi riguarda discretamente e via e-mail? Perché in questo momento non ho più il cellulare. Ho appena effettuato un viaggio in Costa D'Avorio e più precisamente a Abidjan per dei motivi personali. Mi ritrovo in una situazione difficile e non so cosa farei senza il tuo sostegno e aiuto. Avrei bisogno di un aiuto finanziario, solo un prestito che ti rimborserò non appena sarò di ritorno dal mio viaggio. Sono nell'attesa urgente di una tua risposta».
La firma è quella di un frate dell’ordine. Anzi, di una persona che (nascondendosi grazie alla rete) ha assunto l’identità del frate che, di quel messaggio, è vittima. Dunque massima attenzione a chi riceve simili messaggi con richieste di soldi provenienti dai frati del Santo. I primi atti di pirateria risalgono ad alcuni mesi fa: probabilmente qualche hacker è riuscito a “entrare” nella mailing list di un frate e, attraverso quel sistema, ha “rubato” gli indirizzi di altri confratelli ma anche delle persone che avevano avuto contatti con il padre. L’attività di pirateria non si è esaurita se anche ieri sono state spedite e ricevute altre mail con richieste di soldi, in calce la firma di un altro frate della “Provincia di Sant’Antonio” che vive e opera in un convento a Ravenna.
Mail ricevute da centinaia di persone, tra cui diversi confratelli al Santo. «Nel primo caso abbiamo presentato una denuncia alla polizia postale, ora credo che sarà il diretto interessato a valutare se fare una segnalazione» spiega cortese padre Federico Santolin, segretario provinciale che vive al Santo. «Già stamane (ieri per chi legge) sono stati avvertiti tutti i frati che si trattava del messaggio di un hacker dal contenuto simile alla precedente mail. Hacker che, probabilmente, tramite un virus si è inserito nella posta elettronica del confratello tanto che lui stesso non trova più gli indirizzi memorizzati. Dispiace molto l’accaduto. L’invito che possiamo fare è di prestare attenzione» conclude padre Santolin. Gli hacker si possono anche smascherare con un po’ di attenzione. Gli indirizzi utilizzati dai “pirati-truffatori” sono modificati in qualche dettaglio rispetto a quelli rubati: di regola la prima parte con il nominativo corrisponde all’originale, non la seconda parte (gmail, libero, tiscali, virgilio, yahoo e altri) visto che il provider cambia.
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