Gli operai della Safilo «Pronti a bloccare la statale Noalese»

Presidio simbolico dei lavoratori a Santa Maria di Sala No della Cisl alla procedura di mobilità territoriale
CARRAI - PROTESTA ALLA SAFILO
CARRAI - PROTESTA ALLA SAFILO

PADOVA. Dopo le prime quattro ore di sciopero negli stabilimenti veneti e friulani della Safilo, a Santa Maria di Sala l’adesione alla manifestazione di Padova è stata totale, come non si vedeva dalla primavera del 2009, quando i dipendenti scesero in strada contro il piano industriale proposto dall’azienda. Davanti ai cancelli dello stabilimento di Tabina poi, per tutto il giorno e nonostante la pioggia, è andato in scena un presidio simbolico dei lavoratori, iniziato alle 6 del mattino, all’inizio del primo turno di lavoro.

La manifestazione è proseguita per tutta la giornata, ombrello in una mano, bandiera nell’altra. «Se possibile, la paura è addirittura aumentata», spiega Cristian Zilio, Rsu Cgil, «perché c’è stata sempre più tensione man mano che si avvicinava questa settimana, con ben tre incontri. Il secondo oggi in sede a Santa Maria di Sala. Siamo soddisfatti dell’adesione, che è del 100%, ora però dobbiamo fermare la procedura di mobilità». Paure che non sono solo licenziamenti. «Temiamo che qualcuno si intrufoli in questa protesta, strumentalizzandola», aggiungono Stefania Argentini e Angelo Callegaro, Rsu Cisl, «difenderemo questa lotta da chi cerca terreno fertile solo per fomentare scontri sociali». La mobilitazione va avanti e se ce ne sarà bisogno i lavoratori si dicono pronti a occupare di nuovo la Noalese, come tre anni fa.

Intanto un no, secco e categorico, all’eventuale avvio della procedura di mobilità territoriale in base alla legge 223 del 1991 per i mille esuberi già individuati dalla proprietà nelle sedi di Padova(100), Santa Maria di Sala (350 su 715) e Longarone (550 su 1250). Lo sostengono i sindacati di categoria ed in particolare i rappresentanti della Femca-Cisl, che stanno seguendo la vertenza Safilo. Ossia Mario Siviero, Massimo Meneghetti, Angelo Levorato e Carlo Nicolli, che è il segretario regionale della categoria che abbraccia sia i tessili-calzaturieri che i chimici. E proprio la Cisl di settore dà una prima risposta alla lettera dell’amministratore delegato, Roberto Vedovotto, pubblicata sui quotidiani locali. «Tra lo scrivere ed il fare c’è di mezzo il mare» sottolinea Massimo Meneghetti «Apprezziamo in pieno le aperture dimostrate per iscritto dal massimo dirigente della multinazionale olandese, ma sarà la trattativa in corso a verificare in concreto la sua disponibilità a venire incontro alle nostre richieste. Lo ripetiamo ancora una volta: gli esuberi annunciati vanno eliminati con tutta una serie di provvedimenti, che devono servire a tagliare gli sprechi ed a rendere più appetibile e competitivo il prodotto anche attraverso un’organizzazione del lavoro diversa da quella attuale».

Meneghetti parla volentieri anche delle altre proposte del sindacato. «L’azienda dovrebbe anche effettuare nuovi investimenti per riportare alcune lavorazioni delle diverse componenti per gli occhiali oggi prodotte all’estero, che, tra l’altro, spesso non hanno la stessa qualità rispetto agli stessi pezzi che vengono realizzati in Italia. Solo dopo noi della Cisl potremmo affrontare, con relativa serenità, eventuali ammortizzatori sociali».

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