Goisis, a Montecitorio le rubano il collier

ESTE L’Arsenio Lupin della Camera beffa la pasionaria leghista. Anche l’onorevole padana Paola Goisis è stata oggetto di un furto all’interno di palazzo Montecitorio, consuetudine sempre meno rara...

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L’Arsenio Lupin della Camera beffa la pasionaria leghista. Anche l’onorevole padana Paola Goisis è stata oggetto di un furto all’interno di palazzo Montecitorio, consuetudine sempre meno rara nell’edificio che ospita il Parlamento. La notizia è apparsa qualche giorno fa sui quotidiani nazionali “Il Giornale” e “Libero”: qualcuno avrebbe frugato nella borsa della parlamentare atestina, portando via una collana del valore di tremila euro. «Purtroppo è tutto vero – conferma la leghista – un mese fa ero la lavoro alla Camera e ho abbandonato per qualche minuto la mia borsa su un divanetto del Transatlantico. Giusto il tempo di votare, e al ritorno la borsa era sparita». All’interno c’erano una sciarpa, degli effetti personali, un profumo, dei documenti e un collier di manifattura artigianale del valore di tremila euro, in un astuccio di plastica. «Il giorno dopo l’ufficio “oggetti smarriti” della Camera mi ha contattato segnalando che la borsa era stata ritrovata – continua l’esponente del Carroccio – dall’interno era però sparita la collana». E non verrà rimborsata in quanto l’assicurazione per i deputati scatta solo se il furto avviene nell’aula del voto. Ma ci sono sospetti sul possibile autore della razzia? «E’ difficile puntare il dito contro qualcuno – spiega la Goisis – nel Transatlantico accedono deputati, giornalisti, portaborse, messi, personale delle pulizia e anche visitatori. Certo è che non c’è più da star sicuri, nemmeno in questi luoghi istituzionali». La parlamentare calca la mano: «E non penso solo ai furti. Io temo persino la sicurezza della mia persona. All’ingresso di palazzo Montecitorio c’è un metal detector, ma ho sempre il timore che qualche squilibrato entri con un arnese in plastica e delle idee insane. E’ questione di un attimo accedere alla Camera e infilzare un deputato con una punta in plastica, per esempio». (n.c.)

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