Gramigna, commercianti contro il corteo in centro a Padova: «Penalizzati i negozi»

PADOVA. Si preannuncia un sabato caldo nel centro storico e nelle piazze. Dopo lo sgombero dello stabile che ospitava la torrefazione della famiglia Vescovi in via Vicenza, i militanti del centro sociale Gramigna, che lo avevano occupato un mese fa, hanno preannunciato un corteo per le vie del centro per domani pomeriggio, con inizio alle 15.
Una notizia che ha allarmato i commercianti della zona, che ieri hanno reagito scrivendo a Questore e Prefetto affinché evitino la sfilata. Una lettera firmata da oltre 100 esercenti di corso Milano, del comparto piazze e delle Riviere: «Manifestino in corso Australia, noi dobbiamo lavorare».
IL CLIMA
L’atmosfera della vigilia non è delle migliori. Salvo sorprese e variazioni di percorsi (per adesso solo valutati dalla Questura), da una parte avanzeranno i membri e i simpatizzanti del Gramigna, che attraverso i social hanno già avvisato di voler lottare contro quelli che loro definiscono i «padroni della città», mentre dall’altra ci sarà un grande schieramento di forze dell’ordine ad opporsi nel caso in cui i manifestanti dovessero spingersi oltre le regole.

Il rischio di scontri è reale. Considerati i precedenti e la tensione tra poliziotti e militanti del Cpo, che scenderanno in piazza per palesare il conflitto contro tutti gli enti pubblici, i grandi palazzinari e gli speculatori, colpevoli secondo loro di una gestione privatistica del patrimonio immobiliare di Padova, il centro storico sarà blindato.
A pagarne le conseguenze potrebbero essere proprio i commercianti della zona, che nel sabato pomeriggio spesso confidano per rifarsi dopo una settimana magra di guadagni.
«BASTA CORTEI IN CENTRO»
La lettera verrà consegnata nelle mani del questore Paolo Fassari e del prefetto Renato Franceschelli solamente oggi. Più di cento firme per chiedere che venga rivisto il percorso del corteo, trovare una soluzione meno impattante e garantire il diritto di lavorare ai commercianti. Capopopolo è Massimiliano Pellizzari, presidente di Acc e titolare dell’Ottica Verdi: «La nostra non è una battaglia contro la sigla o contro i centri sociali, ma contro qualsiasi tipo di manifestazione c’impedisca di lavorare» racconta Pellizzari, da sempre politicamente vicino alla Lega «e per questo chiederemo di fare in modo che il centro non sia bloccato per l’ennesima volta, impedendo alle famiglie di passeggiare serenamente ed entrare nei nostri negozi. Tra l’altro, loro stanno cercando di difendere un’azione, cioè l’occupazione, non riconosciuta dallo stato di diritto, al contrario del lavoro».
Secondo i commercianti anche il diritto a manifestare in questo caso viene eluso: «Lo difenderò sempre, perché ritengo sia un principio assolutamente sacrosanto, ma in questo caso credo ci siano altre zone in cui potersi concentrare. Perché non vanno in corso Australia dove sorgerà Leroy Merlin? » si chiede provocatoriamente Pellizzari. Non solo Acc però, perché anche l’Ascom sembra preoccupata dalla manifestazione di domani: «Siamo preoccupati, soprattutto perché si tratta di un corteo di matrice politica» aggiunge il presidente Patrizio Bertin «e per questo mi auguro che dalla Questura facciano qualcosa per non permettere che arrivino in centro. Questi sono gli ultimi weekend di belle giornate dove la gente riempie le piazze e la presenza degli antagonisti, il rischio di scontri, non farebbe altro che allontanare le persone da una zona che sta già vivendo una gravissima situazione sotto molti punti di vista».
IL GRAMIGNA
La Questura non impedirà il corteo. E il Gramigna ha le idee ben chiare: «In questa città abbiamo visto solo negli ultimi mesi ben tre sgomberi. Si attacca a testa bassa il diritto alla casa, accusando i compagni del comitato di lotta per la casa di associazione a delinquere, precedente gravissimo che vuole minare la legittimità e le rivendicazioni di queste lotte. Nessuno sgombero ci fermerà» scrivono sui social. Messaggi che non lasciano spazio a trattative. —
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