Grottino, ultima portata ai tavoli di artisti e sindaci
È stata per decenni il ritrovo di professori e studenti della facoltà di Scienze politiche: la trattoria Il Grottino, aperta nel 1948 dal veneziano Mirco De Rossi e dalla moglie Danila Moro al 23 di...

MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - IL GROTTINO CHIUDE. DA DX: MIRKO DE ROSSI , DANILA MORO
È stata per decenni il ritrovo di professori e studenti della facoltà di Scienze politiche: la trattoria Il Grottino, aperta nel 1948 dal veneziano Mirco De Rossi e dalla moglie Danila Moro al 23 di via Del Santo, ha chiuso i battenti. Va in pensione una delle ultime vere osterie della città, dove non si andava solo per mangiare. Era il locale preferito dal mai dimenticato artista Tono Zancanaro, che ha lasciato in osteria numerosi suoi quadri tra i quali la Casa Rossa, uno dei suoi “Gibbo” (figure grottesche) più belli e parecchi ritratti di donne. «L’amico Tono veniva in trattoria in compagnia del suo autista e della sua fidanzata», racconta Mirco De Rossi. «Amava molto i primi piatti, specialmente i tagliolini di pasta fresca al sugo. Gli piaceva tanto anche lo spezzatino di manzo; gustava volentieri anche le pizze piccole, sulle quali si faceva mettere un uovo, un wurstel e l’acciuga. Beveva vino, quasi sempre rosso. Non si faceva mai mancare un whisky a fine pasto. Sosteneva che fa bene al cuore».
Ma il Grottino, al di là del grande Tono Zancanaro, è stato anche ritrovo di tanti docenti di Scienze Politiche, rettori, sindaci, personaggi politici, giornalisti di spessore, artisti a vario titolo e anche cantanti ed attori di passaggio a Padova. Tra i politici già passati alla storia Emilio Vesce (morto nel 2001), Toni Negri, Alisa Da Re, Luciano Ferrari Bravo, Mimmo Ioele, detto il calabrese, Renato Curcio (accusato di concorso morale nel doppio omicidio di Mazzola e Giralucci targato Brigate Rosse nel 1974). Tra gli artisti anche Paolo Capovilla, il pittore bohemien di Conselve che vendeva le sue opere per strada per poche lire, e Bruno Schio, un altro grande pittore nato al Portello, detto il professore, che ha lasciato nel Grottino una suggestiva opera d’arte. Tra i sindaci che si sono seduti spesso ai tavoli dell’osteria anche Elio Armano, Settimo Gottardo e Flavio Zanonato. Tra i docenti anche Sabino Acquaviva, che ci ha lasciato due anni fa, e il rettore Gilberto Muraro. Pochi mesi prima che fosse ucciso dalla Mafia, è passato a “bere un’ombra” dopo aver tenuto una lezione sulla giustizia all’Università, anche il giudice Giovanni Falcone. Anche perché Il Grottino non era solo un bacaro, dove si potevano mangiucchiare i tradizionali spuncioni alla veneta, ma anche prelibati piatti, tra cui gli spaghetti al nero di seppia, tagliolini all’astice, ossobuco con i piselli e risottini ai fegatini. «Ma ormai queste cose fanno parte dell’album dei ricordi», aggiunge Mirco. «Gli anni sono passati anche per me. Dopo che mia moglie è stata colpita da un infarto, è arrivata l’ora di chiudere il libro e mettersi in ciabatte».
(f.pad.)
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