Gruppo Zanon, stipendi arretrati

I 60 lavoratori delle “caramelle del Pinguino” pronti a chiedere il fallimento

PADOVA. Nonostante l’ingiunzione di pagamento promossa dalla Flai e dalla Fiom, ancora oggi, numerosi dei 60 dipendenti sia della Dolciumi Sarragioto-caramelle del Pinguino sia del Morsificio Zanon, entrambe aziende di proprietà di Giorgio Zanon che si trovano ad Arsego di San Giorgio delle Pertiche, non hanno ancora ricevuto gli interi stipendi arretrati di aprile, maggio, giugno e luglio ed anche la 14-esima. Sono stati erogati solo dei semplici acconti.

«A questo punto la Cgil attenderà soltanto la fine delle vacanze», osserva Giampiero Tommasin, della segreteria della Flai ed ex esponente della Fiom. «Se entro le prossime due settimane non arriveranno tutti i bonifici che sono stati preannunciati ai lavoratori, a fine mese presenteremo istanza di fallimento nei confronti di entrambe le aziende. Quello che sta succedendo nelle due società del Gruppo Zanon è incredibile. Sembra addirittura che l’imprenditore di Arsego abbia intenzione di pagare solo i dipendenti non iscritti al sindacato. Intanto lui continua a viaggiare in auto di lusso e si fa vacanze da nababbo. In tanti anni di vita sindacale una vicenda del genere non l’avevo mai vissuta».

La storia delle “Caramelle del Pinguino” esportate anche all’estero è balzata agli onori della cronaca oltre un mese fa quando, durante il primo sciopero organizzato dalla Cgil con manifestazione davanti ai cancelli dell’azienda, si verificò un duro scontro tra Giorgio Zanon ed i manifestanti che, in quell’occasione, furono aiutati anche dai dipendenti in cassa integrazione straordinaria della vicina Filippi.

Tant’è che per sedare sul nascere l’alterco violento tra l’imprenditore e gli operai fu necessario anche l’intervento dei carabinieri della locale stazione. Un episodio che, probabilmente, finirà nelle aule del tribunale. Più moderato, nel frattempo, il commento del segretario della Flai dopo l’arrivo dei primi acconti. «Spero che tale vertenza non finisca in tribunale , ma che si possa risolvere con un’altra normale trattativa», spiega Andrea Gambillara. (f.p.)

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