Guardia medica picchiata da un chirurgo

Dottoressa dà in escandescenze a casa di parenti che chiamano i sanitari. Una volta arrivati, lei prende a schiaffi la collega
TOME - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - MEDICI ESCONO DALL'OSPEDALE
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La faccia gonfia, un occhio livido e la sensazione di avere un continuo fischio nell’orecchio. Ne è uscita così una dottoressa 40enne della guardia medica dal turno del 10 luglio scorso. A ridurla così una collega, un medico chirurgo dell’Azienda ospedaliera di una 50ina d’anni. La denuncia è del sindacato Fimmg Veneto, per voce del segretario regionale Domenico Crisarà.

I FATTI

L’episodio si è verificato più di una decina di giorni fa, in un appartamento di Albignasego. Alle 22 circa arriva una telefonata alla guardia medica. Una donna chiede l’intervento dei sanitari per una persona in forte stato di agitazione psico-motoria dalle 14. Chiede anche che non venga applicato un Tso (trattamento sanitario obbligatorio), al quale in questi casi si ricorre, poiché la paziente è anche un medico dell’Azienda Ospedaliera e quindi è prima il caso di provare a vedere se si riesce a calmare. Due dottoresse della guardia medica arrivano così sul posto. La chirurga si trova a casa di un’amica, dove sono arrivati anche il cognato e la sorella. Quando vede i due medici, capisce di rischiare un Tso e dà ulteriormente in escandescenze. Dopo aver malmenato e graffiato sorella e cognato, con il cellulare chiama il primario del suo reparto e agitata cerca di spiegare la situazione. Nel frattempo una dottoressa della guardia medica chiama la polizia, mentre l’altra, che si accorge di un finestra aperta in casa, si mette davanti per evitare gesti estremi. La donna però, non appena vede che la dottoressa è di fronte alla porta finestra, le va incontro minacciosa e inizia a prenderla a schiaffi sul volto.

L’IRA

Uno, due, tre, fino a gonfiarle il viso, un occhio e a provocarle dei fastidio all’orecchio. La bloccano il cognato e la sorella. A quel punto arriva un’ambulanza, chiamata dai due medici. Quando la vede la chirurga inforca la bici e torna verso casa, mentre i sanitari iniziano a medicare i presenti. Dopo poche pedalate però si accorge di aver dimenticato il cellulare a casa dell’amica e così torna indietro a prenderlo. Qui trova due volanti della polizia, che verbalizzano l’accaduto. È già mezzanotte. Il medico, che secondo il racconto della sorella a causa di una delusione amorosa avrebbe alzato il gomito e sarebbe caduta in quello stato di agitazione, nel frattempo si calma e viene dunque lasciato andare.

LE CONSEGUENZE

Un fatto già di per sé ai limiti della realtà, se non fosse che a rendere il tutto ancor più grave, secondo il sindacato, ci sarebbe un silenzio assordante di Usl, da cui dipende la guardia medica, e Azienda Ospedaliera, dove lavora il medico che ha dato in escandescenze. «La dottoressa della guardia medica subito dopo l’accaduto, con una prognosi di 7 giorni, ha scritto un’e-mail all’Usl, ma per ben 9 giorni non ci sono state risposte. Anche da parte della dottoressa e dell’Azienda Ospedaliera il nulla», racconta Crisarà. «Solo venerdì l’ufficio legale dell’Usl le ha risposto che non ha diritto all’assistenza legale».

il sindacato

Pronto a sostenere la dottoressa della guardia medica nel caso in cui decidesse di fare denuncia, la Fimmg annuncia di volersi muoversi comunque facendo una segnalazione anche all’Ordine dei Medici. «È incredibile che non venga preso alcun provvedimento nei confronti di un medico chirurgo dell’ospedale che aggredisce in questo modo una collega e che il giorno dopo operi come niente fosse». La dottoressa aggredita è impaurita. «Non si sente tutelata, sta valutando se continuare con la guardia medica. Ha paura che sporgendo denuncia in futuro la cosa possa penalizzarla», continua Crisarà, che mette in dubbio anche l’accordo che il sindacato avrebbe dovuto siglare giovedì per aprire ambulatori di guardia medica notturni: «Con questi presupposti non firmiamo nulla».

Alice Ferretti

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