Guida giovane e produzione snella, i ricavi raddoppiano

VILLAFRANCA PADOVANA. Giovani imprenditori, innovativi e con un entusiasmo tale da far raddoppiare il fatturato dell’azienda di famiglia. Sono Luisa e Roberto Barbieri, due fratelli trentenni oggi...

VILLAFRANCA PADOVANA. Giovani imprenditori, innovativi e con un entusiasmo tale da far raddoppiare il fatturato dell’azienda di famiglia. Sono Luisa e Roberto Barbieri, due fratelli trentenni oggi alla guida della Agrex Spa, l’impresa leader nel settore delle macchine agricole, spandiconcime, impianti molitori ed essiccatori di cereali. Da tre anni, quando il padre Silvano è mancato, i due figli si sono rimboccati le maniche e, nonostante il momento familiare difficile e la crisi economica, hanno portato l’azienda a 19,5 milioni di ricavi a fine anno, ben il 20% in più del 2011 e più del doppio del 2010 (9,7 milioni di euro), prima dell’insediamento della seconda generazione. Un successo per Roberto e Luisa, che recentemente hanno festeggiato i 30 anni dell’azienda. Per l’occasione sono giunti, oltre al sindaco Luciano Salvò, centinaia di visitatori e clienti un po’ da tutto il mondo.

Il 97% delle vendite della Agrex avviene proprio all’estero, grazie a duna fitta rete di agenti sparsi in 60 Paesi, la maggior parte nell’area dell’ex Unione Sovietica, ma anche in America, nell’Est europeo e in Asia. Ma qual è la formula di tanto successo in un periodo di recessione generale? «Di fondo credo ci sia lo spirito battagliero del papà» ammette Luisa, amministratore delegato e presidente dell’Agre «e poi la ristrutturazione operata con la lean production, una metodologia organizzativa che consente di ottimizzare le risorse abbattendo gli sprechi e innalzando qualità ed efficienza produttiva. Ci siamo affidati ad un team di consulenti e abbiamo avviato la trasformazione in tutti i reparti produttivi, nella ricerca e nello sviluppo. Da tre siamo passati a un stabilimento produttivo con riduzione di costi e logistica, riduzione del 30% dei tempi di produzione e del 35% delle scorte del magazzino. Un percorso che comporta, nell’aspetto negativo, purtroppo anche qualche perdita di posto di lavoro, compensata dal fatto che l’attività non viene chiusa, continua a produrre e a garantire occupazione». Oggi Agrex conta 55 dipendenti con un’età media molto bassa. «Il mercato italiano» conclude la giovane manager «è piccolo e oramai saturo. Occorre guardare oltreconfine e, per i giovani, non dare eccessiva retta a chi continua parlare di crisi, ma sfruttare con caparbietà tutte le opportunità che ci sono».

Paola Pilotto

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