Halloween, ospiti in fuga dalla festa

VIGONZA. La festa di “Halloween al castello” rovinata dalla poca professionalità di qualcuno. È finita con 200 persone in fuga la serata conclusiva dell’October Best, un weekend di eventi tenuto nel castello dei Da Peraga che si chiudeva con la festa halloweeniana.
Per la verità anche l'avvio non era stato dei migliori in quanto qualcuno, prima dell'evento, aveva tappezzato il parco della villa con manifesti anti-Halloween. Ma il peggio è arrivato dopo. Sabato e domenica tutto era filato liscio: mostre, concerti, show e mercatino hanno visto la presenza di centinaia di persone. Il caso è scoppiato martedì sera, quando il calendario prevedeva la festa di Halloween su prenotazione e a pagamento con inizio alle 20.
In centinaia, allettati dall’invitante programma e dal costo contenuto, hanno prenotato. I tavoli, 420 coperti, erano tutti occupati ma alle 20.30 non si vedeva arrivare nessuna pietanza. «Alle 21» testimonia un papà «i bambini hanno cominciato a urlare cibo, cibo». Mezz’ora dopo metà dei commensali si è alzata e se n’è andata dopo aver preteso il rimborso del biglietto. Inutile dire che la polemica è stata servita su un piatto d’argento. Sotto accusa l’organizzazione, curata dall’associazione “Mitica” in collaborazione con l’assessorato comunale alla Cultura e allo Sport, ma soprattutto il servizio di ristorazione gestito dallo staff della rinomata caffetteria “Anema e Core”. Che si sono subito scusati ma che si rimpallano la responsabilità del disservizio.
«La festa era a porte chiuse e, dopo aver accettato 400 prenotazioni, ne abbiamo dovute respingere altre almeno la metà» dichiara Tiziano Mion di “Mitica”, «non ci aspettavamo una risposta così forte. Inoltre è mancata la velocità nel portare i piatti da parte della ristorazione e purtroppo non c’è stata la pazienza di aspettare. Quindi, un po’ alla volta, in molti se ne sono andati ricevendo indietro quanto avevano pagato. Quelli che sono rimasti si sono divertiti e hanno ballato fino a notte». Il problema, si è poi saputo, è sorto a causa delle frequenti cadute di corrente elettrica utilizzata per scaldare le vivande.
«La ristorazione avrebbe potuto organizzarsi meglio e usare le bombole, dispiace per la poca professionalità di persone a cui ho dato fiducia. Però la gente è venuta a lamentarsi con me e ho preferito rimborsare piuttosto che scontentare» aggiunge Mion. «Sono stato assunto per cucinare, l'efficienza della barchessa era a cura dell'organizzazione. Nonostante i gravi problemi, ho servito 200 persone senza ricevere un euro, morendo di freddo insieme a loro» ribatte Giovanni D’Arrigo, il ristoratore «Chiedo scusa per la mia parte ma chi è andato via, ricorderà la cosa come un mio errore soltanto con il risultato di distruggere la mia reputazione».
Quanto accaduto in villa è anche oggetto di un’interrogazione da parte del consigliere Massimiliano Cacco, che chiede quale sia stato il ruolo dell’amministrazione comunale e quali le cause dei pesanti disguidi subiti dai partecipanti.
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