Hotel Tritone sotto accusa il parco nasce senza i pini

Abbattuti cinque alberi storici nell’area che un tempo era dell’albergo Millefiori Gli ambientalisti: «Taglio non autorizzato». La proprietà: «Cento nuove piante»
Di Cristiano Cadoni

ABANO TERME. Il fatto è che ad Abano tagliare un albero non è solo un peccato veniale. Troppo fresco il ricordo del business del verde - appalti, tangenti, arresti - per chiudere un occhio. Ed è vivo anche il sacrificio di oltre duecento piante buttate giù dal Comune dal 2011 al 2014, con un’operazione che ha cambiato il paesaggio del centro urbano, scoprendo facciate di alberghi fino ad allora (per fortuna) poco visibili, denudando cemento e asfalto. Perciò anche l’abbattimento di cinque pini dall’area che un tempo era dell’hotel Millefiori ha riacceso le proteste e riportato in prima linea le associazioni ambientaliste che da anni si battono per tutelare il patrimonio arboreo dell’area termale.

La storia si può riassumere in pochi passaggi. Chiuso il Millefiori, la proprietà del vicino hotel Tritone, ossia la famiglia Poli, all'inizio del 2014 acquista l'ettaro e mezzo di terreno dell'albergo di via Busonera che era in liquidazione da oltre un anno e, come primo atto, butta giù la vecchia struttura. Poi svela i piani per il futuro: «Vogliamo creare un parco dalle dimensioni gigantesche, che possa circondare la nuova piscina termale. Abbiamo una paesaggista bravissima, che studierà gli alberi da piantumare e i percorsi botanici e pedonali». Nelle previsioni c’era anche l’idea di costruire parcheggi e un piccolo alloggio per i dipendenti. Sembravano, queste ultime, opere di completamento e invece sono le prime a vedere la luce. Quanto al verde, il parco non si è visto – denunciano gli ambientalisti. Sono caduti invece cinque pini degli anni '60 e '70, adulti, alti oltre dieci metri. «Erano apparentemente sanissimi, davano ossigeno e ombra e filtravano le polveri sottili in una città che non è meno inquinata di Padova», accusano l’associazione Salviamo gli Alberi di Abano e il Comitato Difesa Alberi e Territorio di Padova. «Il Comune ha concesso il taglio degli esemplari dietro richiesta, come previsto per abbattimenti di questo genere in aree private? E con quali motivazioni? Non era possibile salvare le piante? Non ci aspettavamo i percorsi botanici promessi a suo tempo, ma almeno che si salvasse il verde esistente».

La proprietà, attraverso Walter Poli, ammette che le autorizzazioni non sono state chieste («A casa mia faccio quello che voglio e non mi risulta che servissero i permessi») e ribadisce però l’intenzione di rinverdire l’area: «I pini erano pericolosi, noi abbiamo già piantato cento alberi e 500 piantine di alloro, perciò abbiamo la coscienza a posto. Il parco si farà, per la piscina invece abbiamo rallentato per dare precedenza a un centro massaggi di 1.500 metri quadrati». Tutto alla luce del sole. Per l’ombra, bisognerà attendere qualche anno.

(ha collaborato

Federico Franchin)

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