I 35 anni di cammino della cooperativa Fratres

PIAZZOLA. Trentacinque anni in prima linea a favore della disabilità. Un traguardo importante per la cooperativa Fratres, fatto di tanti volti, storie personali e percorsi che si sono incrociati fra...

PIAZZOLA. Trentacinque anni in prima linea a favore della disabilità. Un traguardo importante per la cooperativa Fratres, fatto di tanti volti, storie personali e percorsi che si sono incrociati fra chi la disabilità la vive in casa tra mille difficoltà e chi cerca con il proprio lavoro di trasformarla in risorsa. Oggi la festa è di tutti: ragazzi, famiglie e operatori che insieme partecipano alla messa comunitaria in Duomo alle 11 e brindano poi nella nuova sede di via XX Settembre, acquistata l’anno scorso. Da qui iniziano i festeggiamenti con incontri, ricordi e lo sguardo al futuro. Tutto inizia proprio da Piazzola nel 1983, anche se negli anni la Fratres concentra la sua attività nelle sedi di Galliera Veneta e Campo San Martino. A quel tempo non esistono servizi dedicati a disabili psichici adulti. Su idea dell’allora sindaco di Gazzo, Pompeo Fiori, ci pensano alcuni volontari e genitori con il giovane psicologo Ugo Campagnaro, anima storica e responsabile della Fratres. Viene allestita la sede a Tremignon in via Marconi, dove oggi ci sono gli alloggi Ater, e vengono accolti i primi utenti. Da subito la nuova realtà, aderente alla rete di Confcooperative, si interfaccia con i comuni dell’Alta diventando punto di riferimento con il primo centro diurno e di accoglienza. Da allora, tutto un crescendo fino ai numeri di oggi: 108 disabili nei 5 servizi di centro diurno di Galliera Veneta e di Campo San Martino,10 nella comunità alloggio “Barchessa di Levante” a Galliera; 62 dipendenti, di cui 36 lavoratori soci. L’80% sono donne, 33 a tempo pieno e 29 a part time. E’ una delle prime realtà territoriali a mettere in pratica modelli di conciliazione vita e lavoro per favorire le donne lavoratrici. «Il nostro è un cammino lungo» racconta la presidente Maria Luisa Antonello «nato dopo aver colto i bisogni di famiglie con grandi difficoltà. Negli anni ci siamo confrontati e attraverso la formazione abbiamo avviato progetti secondo un’ottica che includa la persona e che rispetti il suo sviluppo».

Paola Pilotto

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