I 68 anni insieme della coppia partigiana

Emilio Pegoraro e Leontine Parolin una storia d’amore e di politica nata con la Resistenza

Emilio Pegoraro, 96 anni, nato a Fontaniva nel 1921 e Leontine Parolin, nata in Francia da emigranti italiani, nella zona operaia di Nancy, hanno festeggiato 68 anni di matrimonio. Al loro fianco i figli Vladimiro (forse in onore di Vladimir Ilic Ulianov, ndr) con la moglie Rossella e Nadia con il marito Roberto. Assenti giustificati i tre nipoti Andrea, Enrico e Laura. Leontine, 93 anni ben portati, è stata anche staffetta partigiana. Emilio Pegoraro, dopo essere sopravvissuto, nella seconda guerra mondiale, alla campagna di Russia mentre era sul fronte del Don, tornato a Fontaniva, è stato un partigiano tra l’Alta padovana ed il Bassanese, tra il 1944 e il 1945. È stato anche arrestato e rinchiuso nel carcere duro di Bassano del Grappa, dal quale, però, è evaso e si è dato alla macchia assieme ai compagni della brigata “Garibaldi”, guidata da Francesco Sabatucci, ucciso nel 1944 in via Configliachi, a Padova. Nel 1945 il partigiano Emilio è stato tra i protagonisti, assieme ai combattenti della brigata Damiano Chiesa, della liberazione di Fontaniva, avvenuta quattro giorni prima dell’arrivo degli americani.

Con una grande passione per la vita politica e sociale, sempre nel 1945, ha preso la tessera del Pci e da allora ha ricoperto, sino agli anni’ 90, svariati e prestigiosi incarichi sia nel settore dell’agricoltura (in pratica è stato tra i fondatori dell’attuale Cia e colui che, assieme al parlamentare Dc, Fernando De Marzi, ha eliminato la mezzadria in Italia) e sia in Parlamento. È stato due volte senatore ed una volta deputato dal 1968 al 1976, durante i governi guidati da Mariano Rumor, Emilio Colombo, Giulio Andreotti, Benigno Zaccagnini ed Oscar Luigi Scalfaro.

Terminati gli incarichi parlamentari, ha ricoperto, per 15 anni, la carica di presidente nazionale dei pensionati della Cia ed è stato anche presidente dell’Anpi ed esponente di spicco dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea all’Università di Padova.

A proposito di Anpi, Pegoraro è finito in prima pagina quando, prima del referendum promosso dal governo Renzi, differentemente dai vertici dell’associazione, si è schierato per il sì. «Devo sottolineare due cose» osserva l’ex partigiano della Brigata Garibaldi «Una che riguarda la mia vita privata e l’altra che è di natura politica. Devo tantissimo a mia moglie Leontine. È stata lei a portare avanti la famiglia per tutto il tempo in cui sono stato impegnato all’interno della Cia e in Parlamento. Con lei il rapporto è sempre stato felice, armonioso e fortunato. Per quanto riguarda, invece, la politica sono fiero di rimanere iscritto all’attuale Pd. Anche se la situazione interna del partito è critica, abbiamo il dovere di superare le correnti e gli interessi personali. Solo uniti si vince. Cosa dire, infine, del nuovo governo in mano ai grillini e alla Lega che sta nascendo? Mi sembra più un manifesto elettorale che un vero accordo di programma. Che differenza con i tempi di Enrico Berlinguer».

Felice Paduano

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova