I Bellan guadagnavano 15 mila euro al giorno

monselice
Rino Bellan, 66 anni è conosciuto a Monselice per il suo distributore di carburante di Monselice in viale della Repubblica 35, il Car Service srl. Una pompa bianca, anzi la pompa bianca per eccellenza. Bellan è stato infatti il primo in Veneto, ma forse in Italia a decidere di vendere il carburante comperandolo da sé e svincolandosi dalle grandi compagnie che imponevano il prezzo. Già nel 2003 il giro d’affari del distributore no logo era imponente.
Il prezzo nel suo distributore è da decenni concorrenziale (ieri, ade esempio il diesel era venduto a 1,209 euro al litro). Al suo fianco almeno da 20 anni c’è il figlio Andrea, 39 anni. Entrambi fino a non molti anni fa erano sempre presenti in viale della Repubblica ma poi hanno avuto ben altri affari a cui pensare. Molto più convenienti della vecchia stazione di servizio.
15 mila euro al giorno
Nell’indagine che li ha portati agli arresti domiciliari i finanzieri del tenente colonnello Vittorio Palmese ipotizzano che padre e figlio dal loro business illecito si mettessero in tasca 15mila euro al giorno, 450mila al mese. Che le cose per loro fossero cambiate e la vita fosse diventata agiata lo testimoniavano le auto con le quali padre e figlio viaggiavano (in leasing, i finanzieri non hanno potuto sequestrarle): una Bmw serie 7 Rino, un’Audi Q8 Andrea. Le Fiamme Gialle si sono rifatte con i conti correnti intestati ai due e alla Energy Group e alla villa di Rino in via Vivaldi a Tribano. Tutto sequestrato. Per ora sono stati bloccano i beni, poi si vedrà che piega prenderà il processo contro di loro.
l’inchiesta di venezia
Come detto quella di cui si dà conto in queste ore non è la prima indagine sul padre e figlio monselicensi. Nel 2018 era stata conclusa - ovviamente per periodi precedenti - un’indagine della Guardia di Finanza di Venezia. Gli avvisi di garanzia vennero notificati nel gennaio 2017 in seguito all’attività d’indagine del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Venezia, coordinata dalla Procura della Repubblica lagunare, avviata nel 2015 e che ha coinvolto 250 persone in tutta Italia. Contestato il reato di frode che si basava sull’acquisto del carburante in Slovenia, Malta e Svizzera. Le fatture venivano emesse a favore di ditte esistenti solo sulla carta, le cosiddette “cartiere”. Queste in teoria dovevano pagare tasse sulla vendita e l’Iva. I numeri danno l’idea della vastità della frode: 400 milioni di litri di carburanti venduti fraudolentemente in due anni (8 milioni di pieni) acquistati da 259 distributori stradali sparsi in tutta Italia.
Qui il ruolo contestato a Bellan era marginale, c’erano molte altre persone coinvolte. —
Carlo bellotto
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