I cento anni dell’argenteria Calegaro che ha impreziosito le case padovane

L’anniversario
L’Argenteria padovana festeggia cent’anni e conferma la solidità della sua impresa più antica, quella Calegaro Srl nata nel 1921 dall’intuizione dell’orafo Luigi Calegaro. Era stato lui tra i primi a leggere nelle pieghe di un periodo difficile e turbolento come quello tra le due Guerre l’affermazione di una nuova classe media borghese pronta a concedersi quei lussi che potessero, con discrezione, identificarne lo status anche dietro le mura domestiche. Il giovane imprenditore, all’epoca 23enne, mette da parte il metallo prezioso per eccellenza, l’oro, e scommette sulle lavorazioni in argento.
La piccola bottega in via del Santo, e il punzone 4PD (che indica Calegaro come la quarta bottega padovana, e l’unica sopravvissuta fino ad oggi, per la realizzazione di prodotti in argento) iniziano una storia di successo che porterà l’azienda a gestire una bottega artigianale le cui dimensioni sono quelle di uno stabilimento industriale già alla soglia del secondo conflitto mondiale.
Negli anni’50 del Novecento Calegaro poteva contare su circa 250 dipendenti, alcuni dei quali, dopo avere appreso il mestiere, sceglievano di mettersi in proprio, creando quel tessuto artigianale che fino agli anni’80 e’90 del Novecento faceva di Padova uno dei poli più importanti del settore in Europa. Ma Luigi Calegaro guardava lontano e già nel 1967, accompagnato dal figlio Francesco (all’epoca poco più che ventenne), parte per gli Stati Uniti per aprire, in partnership con una nota azienda statunitense, una rete di negozi di argenteria.

Un progetto che andava di pari passo con un altro, anche questo antesignano di tempi futuri: il trasferimento dell’azienda a Bresseo, restaurando ed adeguando alle esigenze produttive di un’azienda in espansione una grande villa veneta proprio di fronte all’Abbazia di Praglia. Una nuova sede di rappresentanza dietro alla quale a tutt’oggi, si estende il grande sito produttivo di Calegaro. Luigi non riuscirà a vedere la fine delle nuova sede: una polmonite lo stronca prima della fine dei lavori lasciando il figlio Francesco, all’epoca 24 enne alla guida della società.

«Sono stati anni entusiasmanti e difficili» ricorda Francesco Calegaro, presidente della Fratelli Calegaro Srl e padre di Marco, Pietro e Luca, tutti attivi nella società di famiglia. «C’era il boom economico, gli affari andavano bene, ma erano anche anni turbolenti, con tante tensioni. Io ero giovane ma mio padre mi aveva insegnato bene. Potevo fare conto su un’ottima squadra e siamo riusciti a crescere, cercando la collaborazione di grandi maestri del design come Massimo Vignelli e molti altri così da stare al passo con i tempi. Ma abbiamo saputo guardare anche all’estero aprendoci a mercati strategici come quello statunitense, quello del Nordafrica, del Medio Oriente e della Russia, che ora rappresentano circa il 90% del nostro business».
Nel 2019 Calegaro fatturava 9 milioni di euro ma il valore della produzione degli ultimi anni oscilla tra questa cifra e gli 11 milioni, a seconda anche del valore dei metalli preziosi sui mercati delle materie prime. Nel frattempo le lavorazioni di Calegaro, pronto ad assorbire il colpo del Covid 19 già nel 2021, continuano a crescere assieme alla storia della cultura europea e ne lasciano testimonianza in musei come il Moma di New York o durante eventi come la Biennale di Venezia e la Triennale di Milano. —
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