I cronotachigrafi erano taroccati
Avevano provveduto ad applicare agli autoarticolati un dispositivo elettromagnetico azionabile con un pulsante dalla cabina di guida. Così, cliccando quel pulsante, il cronotachigrafo si bloccava come se il mezzo fosse in sosta mentre, in realtà, continuava la marcia. Ieri si è svolta l’udienza preliminare e tre imputati su 8 hanno chiesto di poter patteggiare. Si tratta di Raffaele Castellano di Livorno (titolare di Castellano Trasporti con sede a Olbia), Andrea Cazzadore di Porto Tolle e Daniele Gallo di Mirano. Il giudice ha rinviato l’udienza al 17 aprile, nel frattempo valuterà la posizione di Castellano sul fatto se possa o meno patteggiare. Resta sospesa la posizione degli altri imputati: Matteo Scarpazza di Albignasego (titolare di Lubrimatic, officina per veicoli industriali con sede a Padova in via IX Strada), Luciano Tommasi di Piove di Sacco, Carmela Costa di Camisano Vicentino, Fabio Zogno di Granze (capofficina della Lubrimatic) e Gianpietro Marchetto di Padova (titolare di Crs srl, ditta specializzata in cronotachigrafi e altre apparecchiature similari con sede a Padova in via Grecia). L’indagine era scattata in seguito a un normale controllo della polstrada di Grosseto. Nella provincia toscana era stato fermato un autista di nazionalità rumena al volante di un camion di una ditta padovana: all’interno dell’abitacolo era stato individuato l’apparecchio elettromagnetico a pulsante, in grado di “comandare” il cronotachigrafo, ovvero la scatola nera in dotazione obbligatoria per tutti i veicoli industriali. Immediato il sequestro del mezzo e la trasmissione degli atti alla procura padovana per competenza. I successivi accertamenti hanno portato gli investigatori nell’officina Lubrimatic dove sarebbe stato installato l’apparecchio fornito da Crs. A tappeto sono state eseguite verifiche sui mezzi in riparazione nell’officina: risultano 5 i veicoli nei quali sarebbe stato alterato il cronotachigrafo.
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