I Ferrara, volontari all’Opsa da 3 generazioni

RUBANO. Una storia silenziosa e sincera di volontariato che dura da oltre 30 anni e che si sta tramandando da tre generazioni di barbieri Ferrara. Il loro Salone si trova a Sarmeola in viale Po, proprio a fianco alla chiesa di San Fidenzio e a pochi passi dall’Opera della Provvidenza S. Antonio, la fondazione che ospita centinaia di persone affette da disabilità. E proprio qui da oltre 30 anni i Ferrara molti lunedì vengono a prestare servizio gratuitamente, occupandosi sia degli ospiti della struttura che degli anziani sacerdoti non autosufficienti che vi risiedono. «Siamo a Sarmeola dal 1985, prima eravamo in un negozietto piccolo sul ponte della Brentelle» racconta Giancarlo. «L’attività è stata aperta da nostro padre Severino che è stato anche il primo ad iniziare ad andare i lunedì a fare volontariato all’Opsa. Con gli anni ha coinvolto anche me e mio fratello Maurizio e a mia volta io ho coinvolto mio figlio Stefano. Oggi ormai siamo quasi di casa lì. Nel 2004 nostro padre è mancato ma noi abbiamo voluto continuare questa tradizione e ancora oggi una volta al mese, a seconda delle necessità, andiamo a trovarli. Oggi rispetto all’epoca di mio padre la cosa è gestita in modo più strutturato da Confartigianato Padova e coinvolge un’altra trentina di barbieri della provincia con i quali ci turniamo. Consiglio a tutti i miei colleghi di provare questa esperienza perché andare un paio d’ore a tagliare i capelli a questi ragazzi è una cosa gratificante che ti migliora la giornata in un modo incredibile; con noi sono persone sempre allegre ed è molto di più quello che fanno loro per noi di quello che facciamo noi per loro. Basta una spruzzata di profumo, una battuta o uno scherzo e sono le persone più felici del mondo. Si tratta di una realtà molto bella, dove le cose vengono fatte seriamente ma sempre in un clima positivo. Sono tutti molto simpatici, c’è chi a seconda della giornata si inventa un nome nuovo, c’è chi ci dà i numeri del lotto da giocare e c’è chi vuole dare una mano e allora lo mettiamo a scopare i capelli da terra. Ovvio, ci vogliono delle precauzioni in più come quando si tagliano i capelli ai bambini, ma alla fine per farli stare seduti tranquilli basta parlargli, fare loro domande o raccontargli qualcosa». «L’opera di volontariato che questi barbieri del territorio fanno è per noi molto utile e molto bella e per questo ringraziamo per il coordinamento sia l’Upa di Confartigianato e che la Fapas, che si occupa invece delle parrucchiere per le ospiti donne» spiega suor Paola. «Noi abbiamo in cura circa 450 persone con problemi di disabilità e circa una trentina di sacerdoti non autosufficienti e ovviamente c’è sempre bisogno di una mano per questi ragazzi, se anche altri barbieri o parrucchiere fossero interessati a fare questa esperienza saranno certamente i benvenuti».
Luca Perin
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