«I miei primi 30 anni di reggae, jazz e ska E ora penso ai giovani»

VENEZIA. Un tour con i suoi Ska-J per celebrare i 30 anni di carriera e poi, verso fine estate ,di nuovo sul palco con Skardy per far rivivere i fasti di una band che è ormai simbolo di Venezia: i Pitura Freska. Per “Furio”, sassofonista e cantante, editore e decano della scena reggae lagunare, la conta inizia dal 26 agosto del 1984: «Quello fu il mio primo concerto pagato» ricorda, «Era alla festa dell’Unità ai giardini di Castello a Venezia, con i Rio, gruppo funky che sconfinava un po’ nel reggae e nella fusion. Lo ricordo bene perché la mattina andai ai funerali di mio nonno e la sera ero sul palco».
Da quel giorno i palchi sono stati tanti, quelli un po’ improvvisati nei campi veneziani o quelli blasonati, come Sanremo nel 1997, con i Pitura Freska. La loro profezia sul “Papa nero” non si è ancora avverata, ma sulla definitiva consacrazione, soprattutto in Veneto, non ci furono dubbi: «Ricordo quando con Skardy scrivemmo quella canzone in cucina a casa mia, nel settembre del 1996». Di brani per i Pitura, oltre a curare gli arrangiamenti della sezione fiati, ne ha scritti parecchi: dalla hit “Crudele” fino al memorabile innesto ragamuffin di “Picinin”, brano d’apertura dell’album “Duri i banchi” del 1993, oggi un autentico evergreen: «Ho iniziato a fare il maestro di cerimonia dopo essere stato in Giamaica e aver assistito alle esibizioni di Tiger e Papa San. Aprivo spesso i concerti basandomi su notizie lette sul giornale».
Marco Furio Forieri è stato fondatore di un’altra storica band veneziana attiva tra la fine degli anni ’80 e i ’90: gli Zoo Zabumba. «Picinin era una canzone originariamente pensata per questo gruppo» spiega «fu inserita poi anche nel repertorio dei Pitura». All’epoca Venezia era considerata, a ragione, la capitale italiana della musica reggae: «Oggi questo primato se lo attribuiscono i salentini, ma il primo disco reggae italiano, un intero 33 giri, è stato inciso nel 1985 dai Puff Bong, la band che poi è diventata, con Skardy e Ciuke, il cuore dei Pitura. All’epoca c’erano anche gli Africa Unite e i Different Style, di Bari».
Forieri entra stabilmente nei Pitura Freska all’inizio del 1988 consolidando la sezione fiati, sostituendo il jazzista Pietro Tonolo: «Ho iniziato con il mandolino e la chitarra, ma ero affascinato dagli strumenti a fiato: tromba, clarinetto e trombone. Ho iniziato a studiare con Gianantonio De Vincenzo della scuola il Suono Improvviso e ho scelto il sax anche perché è uno strumento molto agile».
L'approccio jazz, dopo aver collaborato con numerose band come i Fratelli di Soledad, i Radio Rebelde e la Banda Osiris, diventa una costante nello stile del nuovo gruppo, gli Ska-J, con cui Furio ha attraversato tutti gli anni duemila dopo lo scioglimento dei Pitura Freska. Questa estate è in tour con una formazione completamente rinnovata, la formula è sempre la stessa: “98% jazz e 2% ska”. Dal 2002 ad oggi gli Ska-J hanno sfornato più di dieci dischi e le immancabili hit: da “Santa Marta” a “So Figo”: «Quest'anno, senza uscite discografiche in programma, ho deciso di intitolare il tour “Trent’anni in corriera da Rostock a Marina di Ragusa” che sono gli estremi geografici dei miei live».
Il mese di agosto è carico di live, i caldi suoni di ispirazione giamaicana possono contribuire a risollevare le sorti di questa tiepida estate: giovedì 14 a Zelarino, venerdì 15 a Portogruato, venerdì 22 al Parco San Giuliano di Mestre per il Venice Sherwood. In tour con gli Ska-J il leader, classe ’62, è affiancato da una line up giovane e molto energica: Filippo Vignato al trombone, Edoardo Brunello al sax, Frank Martino alla chitarra, Luca Scaggiante alla chitarra, Alan Liberale alla batteria, Daniele Vianello al basso e Samuele Duse alle tastiere hanno tutti tra i 22 e i 34 anni. Si sente un po’ talent scout? «Dal 2000 sono anche editore, ho iniziato con i Catharral Noise, ho pubblicato diversi generi dal punk al gypsy jazz, l’obiettivo non è quello di arricchirsi come fanno certi squali ma di aiutare i musicisti a crescere». Se avete qualcosa da proporre basta ascoltare “Santa Marta”: l’indirizzo è lì.
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