I negozianti di via Umberto: "Anche le ragazzine fanno pipì in strada"

PADOVA. «Di fronte a delle ragazzine che si abbassano i pantaloni per fare i loro bisogni in strada, sotto una telecamera, c'è solo da pensare che la decenza è finita e all'indecenza non c'è fine». Daniela Burgo è la figlia di Vittorio, gemmologo e storico gioielliere di via Umberto I. Il negozio è gestito dall'intera famiglia: papà, mamma Elena, figlia e genero Mirco.
Raccontare quello che l'occhio elettronico registra può essere imbarazzante, ma qualche volta anche irritante.
Come assistere al divertimento di una banda di teppiste adolescenti che sputano con le cannucce le gomme contro l'occhio della telecamera o contro le vetrine, naturalmente a negozio chiuso, a volte troppo ubriache per stare dritte.
«Prima resti esterrefatta», aggiunge Daniela, «perché non riesci a credere che siano delle ragazzine, poi ti salta la mosca al naso e segnali la cosa ai carabinieri, che è quello che abbiamo fatto noi. Purtroppo erano incappucciate e non sappiamo se siano state identificate». Non solo i bisogni di Fido in via Umberto I. Ci si mette anche una nuova frontiera di vandalismo.
«Sono giovanette di casa nostra», confermano i Burgo, «a volte stranieri, ma siamo rimasti per lo più colpiti dal fatto che siano donne e padovane. Non perché le generazioni migranti debbano essere più maleducati, ma perché dalle ragazzine ci si aspetterebbe maggiore decoro e pudore». Il risultato è che i commercianti devono pulire le vetrine, il portico perché è l'anticamera del negozio e, non di rado, pure la strada perché i commercianti considerano davvero la città casa loro.
«Gli operatori ecologici ripuliscono dalle cartacce», attacca Daniela, «La macchina pulente che prima passava sotto i portici non passa più, devi chiamarla e non è detto che arrivi sempre. Può essere che ci sia carenza di personale, ma non è così che si mantiene il decoro di una città turistica come Padova». (e.sci)
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