I parenti finirono nei lager nazisti. Padovana fa causa alla Germania

Una signora padovana di 52 anni ha deciso di far causa alla Germania, per avere il risarcimento dei danni patiti dalla sua famiglia a causa della violenza nazista.
«Il padre, il signor Enzo, è morto 15 anni fa», racconta l’avvocato Marco Seppi, che con il collega Matteo Miatto sta patrocinando in Veneto e in tutt’Italia decine di cause, «il nonno e due suoi figli (all’epoca poco più che ventenni), nel giugno del 1944, durante un rastrellamento dei tedeschi, vennero caricati su un convoglio e deportati a Fossenburg. Qui sono stati divisi. Il nonno è rimasto a Flossemburg, mentre i figli sono stati portati a Hersbruck, dove troveranno la morte nel febbraio del 1945».
Destino segnato anche per il nonno della signora padovana: «Il 20 aprile del 1945 Flossemburg viene evacuato e i prigionieri vengono messi in marcia con destinazione Dachau. Nel campo vennero lasciati coloro che erano in condizioni fisiche disperate, tra cui il nonno dell’odierna attrice, il quale morirà lì. La moglie è stata catturata tre settimane dopo il marito e portata ad Auschwitz, dove è rimasta fino ad agosto del 1945: in una dichiarazione giurata fatta in Comune, ha ricordato i maltrattamenti subiti per tutta la prigionia, i cui segni sul corpo sono rimasti fino alla morte. Miracolosamente sopravvissuta all’esperienza terribile nel lager, rientrata in Italia si è ricongiunta con l’unico figlio sopravvissuto, rimasto con i nonni. Sia la signora sia suo marito che i loro due figli hanno ottenuto croce al merito di partigiani combattenti».
Il bambino diventato adulto - il papà della signora Enza - aveva aderito alla causa per i risarcimenti, ma dopo la sua morte il caso è stato pendente, finché la figlia non ha deciso di rivendicare il risarcimento dovuto: i due legali hanno patrocinato una class action per dichiarare incostituzionale la scadenza dei termini per la presentazione delle richieste di risarcimento per le vittime dei lager nazisti.
Pendente la decisione, il governo Meloni ha prorogato in extremis a fine anno la data ultima per presentare le istanze. La nuova scadenza è ormai a ridosso: pochi giorni separano dal 31 dicembre, data ultima per accedere al fondo risarcimenti. Le cause sono presentate contro lo Stato tedesco, per ottenere il ristoro dei danni poi liquidati dall’apposito fondo istituito al ministero dell’Economia e delle Finanze. In autunno, le prime sentenze che obbligano a pagare i risarcimenti.
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