I pozzi di Camazzole vanno in gestione diretta a Etra

Veneto Acque trasferisce alla multiutility anche 43 chilometri di condotte Investimento di 22 milioni con l’obiettivo di rifornire oltre 600 mila utenti 
Pasquetta Brenta 1.4.02 Poletto FOTOPIRAN
Pasquetta Brenta 1.4.02 Poletto FOTOPIRAN

Silvia Bergamin / CARMIGNANO

Novità nel Sistema acquedottistico del Veneto centrale (Savec), Veneto Acque cede ad Etra i pozzi di Camazzole a Carmignano e condotte per 43 chilometri, la multiutility di acqua e rifiuti dell’Alta programma investimenti per decine di milioni di euro. L’obiettivo? Migliorare il servizio e garantire acqua buona a tutti. Nello specifico, Veneto Acque ha ceduto a Etra il nuovo campo pozzi della frazione di Camazzole – in comproprietà al 50% con Acque Venete – composto da nove pozzi vicini al lago Giaretta e da un serbatoio di accumulo di 7. 000 metri cubi. Si tratta di un’area al confine tra Carmignano, Cittadella e Fontaniva. Etra ha acquistato integralmente, inoltre, sia la condotta in ghisa, di 1,2 metri di diametro, di lunghezza complessiva pari a 33 chilometri, che parte da Camazzole e arriva fino a Villa Augusta a Cadoneghe – dopo aver attraversato Carmignano, Grantorto, Piazzola, Campo San Martino, Limena, Vigodarzere e Campodarsego – sia la condotta di una decina di chilometri compresa tra Cadoneghe e Tergola. Il nuovo campo pozzi – finito al centro di una forte mobilitazione ambientalista negli anni scorsi – punta a rifornire di acqua potabile di ottima qualità le aree orientali delle province di Padova, Rovigo e Venezia, un bacino di 600 mila persone che attualmente utilizzano l’acqua del Po e dell’Adige, con costi di potabilizzazione elevati a fronte di un’acqua di qualità organoletticamente inferiore. Nel suo complesso, il Sistema Acquedottistico del Veneto Centrale è formato da 150 chilometri di tubi, nuovi pozzi di prelievo per 950 litri/secondo e nuovi serbatoi di accumulo capaci di contenere 7. 000 metri cubi, con un investimento complessivo di 170 milioni di euro.

Da Etra fanno sapere che «l’obiettivo del progetto era ed è garantire forme alternative di approvvigionamento idrico nelle zone a rischio idrico e impattate dai forti consumi, spesso stagionali, indotti dal turismo». L’investimento per questo ramo di azienda è stato di oltre 22 milioni di euro, che vanno aggiunti ai circa 36 milioni di euro programmati dal Consiglio di Bacino Brenta e realizzati dal gestore: in tutto quindi si tratta di più di 58 milioni di euro investiti nel Servizio Idrico Integrato nel corso del 2020. «A questo importo», osserva la multiutility, «vanno aggiunti ulteriori 31 milioni di opere cedute da Veneto Acque, finanziate con contributi a fondo perduto, che non verranno recuperati attraverso la tariffa idrica che, con circa due euro a metro cubo, resta una delle più basse del Veneto e d’Italia».

In termini generali, si punta a migliorare il servizio: grazie a questa infrastruttura ed alle interconnessioni tra i vari sistemi acquedottistici di Savec, Etra ha ed avrà ulteriori possibilità di approvvigionamento idropotabile, sia in caso di eventuali criticità idriche ma anche per razionalizzare le produzioni complessive degli impianti, favorendo la riduzione dei costi di esercizio dei sistemi idrici gestiti. «Il Savec», osserva il presidente del Consiglio di Gestione di Etra, Andrea Levorato, «vive grazie ad un forte spirito di squadra tra Regione-Veneto Acque, Etra, Veritas ed Acquevenete, ed è un progetto di importanza fondamentale. Grazie alla lungimiranza dimostrata da tutti gli attori nel condurre un’operazione di così vasta portata, il Veneto oggi vanta una rete capace di abbattere crisi idriche, anche in territori a rischio, e porta acqua idropotabile di qualità in gran parte del territorio». —

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