I residenti di via Fatima «Ammorbati dal tanfo di una stalla di maiali»
Dopo l’odore della plastica in via San Silvestro, arriva la puzza dei maiali in via Fatima. Non c’è pace per i residenti alle porte del centro di Piazzola, che in un modo o nell’altro devono fare i conti con i disagi dell’aria. Se da qualche tempo c’è una tregua con i cattivi odori derivanti dalla produzione di materie plastiche della Sir, a 200 metri più a sud si sta invece soffrendo la puzza proveniente dall’allevamento di maiali dell’azienda Gomiero Lorenzo di via Fatima.
Una situazione insostenibile non solo per la ventina di famiglie che abita nella via, ma anche per tutte quelle delle strade vicine. L’afa e l’assenza di vento rendono tutto ancora più insopportabile. La gente è barricata in casa, senza poter aprire le finestre nemmeno di sera o di notte altrimenti non si respira più. Impossibile invitare a cena qualcuno, tanto meno ristorarsi all’ombra in giardino. L’odore toglie proprio il fiato. E i residenti non ne possono più. «Non sappiamo più a chi rivolgerci», sbotta Massimo La Barbera facendosi portavoce dei vicini. «È impossibile stare a casa. Subiamo questo disagio da più di 2 anni. Abbiamo fatto segnalazioni ovunque, dal Comune, all’Arpav al Noe. Abbiamo anche fatto denuncia, uno a uno ai carabinieri di Piazzola. Vogliamo capire se l’azienda è regolare e chiediamo una soluzione. La situazione è insopportabile. Non si respira».
L’allevamento di via Fatima, ex via Monache, risale agli anni Settanta e alla proprietà Beghetto-Bonaldo. La stalla accudiva solo bovini ed era classificata come industria insalubre di 1ª classe, alla pari quindi della Sir. Per circa 15 anni è rimasta vuota, fino alla riattivazione nel 2016 da parte dell’azienda agricola Gomiero di Villafranca con lo stesso codice dell’allevamento precedente, ma per 550 suini da ingrasso, oltre a bovini e vitelloni. Da lì sono iniziati i disagi e i frequenti sopralluoghi.
«Stiamo controllando e monitorando una situazione piuttosto sgradevole», spiega l’assessore all’ambiente Andrea Mattiuzzi. «Gli uffici hanno prima diffidato il proprietario a trasmettere tutta la documentazione e poi ordinato, lo scorso anno, di dimensionare l’allevamento come previsto dal Piano degli Interventi per le zone agricole intercluse, che consente piccoli allevamenti di tipo familiare e non quindi stalle con 550 capi. L’ordinanza è stata impugnata al Tar e siamo in attesa della sentenza. Tutte le segnalazioni che riceviamo dai residenti vengono prese in considerazione e inoltrate alle autorità preposte, Asl e Arpav, per gli adempimenti e anche per le sanzioni, dove previste».
Nei giorni scorsi è uscita anche la Polizia locale per una verifica: in azienda sembra ci siano dei cani, razza pastore tedesco, che vengono spesso visti girare liberamente in strada, dove la gente d’estate va a camminare o correre. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova