I saldi riempiono i negozi di Padova. «Più 5% di scontrini»

PADOVA. «Centro pieno, tante borsette in mano e meteo che ha finalmente premiato i negozi del centro dopo una settimana di Natale pessima», commenta così la prima mattinata di saldi Riccardo Capitanio, presidente di Federmoda Ascom Confcommercio.

«Tanti acquisti offline, in negozio», continua, «quelli da saldo certo che ti permettono di seguire il capo e il suo cartellino dall’inizio alla fine. La buona notizia è che nelle prime ore dei saldi invernali Padova e provincia hanno registrato un +2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso di scontrini e presenze e, in alcuni casi, perfino un +5% in più. Certo il grande conteggio che ci dirà come sono andati gli sconti di stagione lo faremo dopo l’Epifania, ma considerando che abbiamo perso ottobre e dicembre, è importante inizino con il piede giusto».
L’Ascom non è contraria alle spese sul web, ma ha tutte le intenzioni di far riflettere il consumatore: «Meno camion sulle strade», sottolinea Capitanio, «significa meno imballaggi, meno plastica da smaltire e più relazioni tra persone. Non siamo contro l’e-commerce, solo ci teniamo a ricordare che toccare con mano il prodotto e parlare con il commerciante significano molto. Francamente chiediamo solo le stesse regole, invece vendiamo con regole completamente diverse che vanno a svantaggio solo dei negozi fisici: noi assumiamo venditori con quattordici mensilità e il contratto commerciale; loro cooperative e fattorini che costano la metà sia come stipendio che tassazione. Noi siamo obbligati ai saldi, loro fanno sconti tutto l’anno. Chiediamo di essere messi tutti nelle stesse condizioni. Inoltre che i trasportatori invadano il centro storico con scatoloni e veicoli non è il massimo e sarebbe il caso di regolamentare anche questo».
Ieri al primo posto delle vendite e delle ricerche c’era il capospalla: giacche invernali, cappotti e giacconi. «Generalmente è tra gli acquisti invernali più costosi – ricorda il presidente di Federmoda Ascom – Quest’anno poi i consumatori sono stati fortunati perché il tempo è stato particolarmente clemente, dunque i cappotti si sono venduti poco e chi compra in saldo trova tutti i modelli e le taglie. A seguire, la richiesta va verso pantaloni e maglieria. Mentre l’e-commerce padroneggia nella tecnologia, com’è ormai risaputo e anche per le scarpe. Le mandi a prendere, le misuri a casa tua e le rimandi indietro se non vanno bene. È la filosofia della liberalizzazione continua: quando compri in saldo ti concentri nei primissimi giorni, quando compri su web ogni settimana c’è un’offerta. È questa la falla più grossa».

Eppure ieri i centri storici si sono ripresi una rivincita tanto sull’online che sui centri commerciali: «Quando c’è da mettere in relazione la qualità con il prezzo», scandisce Capitanio, «il negozio “fisico” ha qualche arma in più rispetto alla rete che è sì in aumento ma che, per adesso, non copre che il 9% del mercato nell’abbigliamento e calzature». Conferma il presidente dell’Ascom Patrizio Bertin: «comprare nei negozi è più sostenibile dal punto di vista ambientale e preferibile dal punto di vista relazionale». —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova