I sindacati accusano «Pochi pompieri molte zone scoperte»

«Cosa sarebbe successo se fosse scoppiato un altro incendio, anche meno rilevante o un soccorso in acqua o un incidente stradale?». È la domanda con cui il sindacato Usb dei vigili del fuoco attacca l’amministrazione del Corpo dopo il furioso incendio alla fabbrica di vernici di Brendola. I sindacalisti lamentano carenze di organico, che in questa occasione, secondo la loro accusa, hanno fatto sì che una vasta zona della provincia di Padova rimanesse scoperta per ore.
«Sono stati smobilitati ben cinque comandi provinciali, lasciando sguarniti interi territori della regione» accusa Usb. «Automezzi e attrezzature, insufficienti all’evento, sono stati richiesti da altri comandi della regione, con un logico aumento dei tempi di intervento. Inoltre ci si affida sempre al senso di responsabilità del personale che, contattato telefonicamente, è rientrato in servizio pur non essendo prevista una vera e propria reperibilità, abusando quindi del senso del dovere dei vigili del fuoco». Viene proclamato così lo stato di agitazione che culminerà nell’invio di una relazione al prefetto di Vicenza.
Pronta la replica di Loris Munaro, direttore interregionale dei vigili del fuoco: «Dal punto di vista tecnico l’intervento di Brendola è stato gestito da manuale. È stata necessaria infatti un’azione difensiva, per evitare che le fiamme si propagassero intorno. Il piano di emergenza prevede il supporto dei comandi limitrofi. Ovvio che se ci fosse qualche pompiere in più non guasterebbe ma non ci sono state zone scoperte e, anche se fosse, la responsabilità è mia non del sindacato». —
E.FER.
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