I soffi di geometria di Giampaolo Babetto

Le “Ispirazioni” del maestro dell’arte orafa al Museo Diocesano di Padova

PADOVA. Un piccolo segno come soffio di geometria su lamina d’oro e la corona regale come un fascio cilindrico di fettucce sfalsate; il minimalismo rigoroso di due barrette auree che s’intersecano perpendicolari e i rami nodosi di bronzo che calcano veri rami d’albero secco. Unico il tema: la croce, unico autore Giampaolo Babetto, maestro dell’arte orafa internazionale che ha raggiunto una maturità creativa tale da permettersi ogni libertà, ogni ispirazione. In concomitanza con la mostra degli antichi crocifissi allestita al piano terra del Museo Diocesano, Babetto espone i suoi gioielli ispirati al tema della croce nei piani alti del Palazzo Vescovile (fino al 22 dicembre). Egli arriva all’epicentro del sacro per le vie della geometria. Il tenore elevato dell’assoluto gli è sempre stato familiare nella versione della purezza dei solidi euclidei, il cubo fra tutti, la cui evoluzione ha forgiato collane e spille che figurano nelle più importanti collezioni museali e private di arte orafa. La croce era già sepolta nel cubo come matrice. Ma quando esce allo scoperto e diventa forma a sé, irradia nuova vitalità di ricerca e si cimenta in continue variazioni. Nel suo complesso l’esposizione al Museo Diocesano è un vertice di stile. Siamo grati alle pareti di legno grezzo della stanza allestita al centro nell’imponente Salone dei Vescovi per accogliere disegni e vetrine, perchè ci ripara dalla sindrome di Stendhal. Il tema sacro in versione contemporanea spazia tra le antiche icone offrendo l’essenzialità formale al transito spirituale; convivono, preziosi e austeri, i fondi oro delle tavole medievali con il nobile metallo forgiato in forme astratte, il blu cobalto laccato dei manti divini con quello tattile dei pigmenti e delle resine.

Babetto è un maestro raffinato che sa comporre le note dissonanti dei tratti gestuali dei disegni, delle ombreggiature sfogate nel colore o di certe abrasioni e sbavature informali con il rigore più severo, più razionale. È il suo gioco che mette in conto una totale dedizione artigianale al mestiere di orafo. In controcanto armonico ai tesori del Museo, troviamo anche la teca per la sacra Cintola di Maria nel Duomo di Prato ( e l’Ostensorio per la chiesa di St.Michael a Monaco dove Babetto sublima raggismo e costruttivismo russi in un’esplosione di segmenti sospesi nel vuoto.Di altra cifra sono le citazioni da Pontormo e il Cristo in figura stilizzata e monocroma. A S.Sebastiano trafitto è dedicata la spilla Martiri, altre s’ispirano alla Trinità del Semitecolo. Le ciotole d’argento allineate davanti al Compianto di Jacopo da Montagnana evocano i lacrimatoi che raccoglievano il vero pianto dei fedeli nel Medioevo, mentre gioielli storici di Babetto giacciono come ex voto sotto la Madonna di Giusto de’ Menabuoi.

Virginia Baradel

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